Destra e Radicali in piazza «Vogliamo il Tibet libero»
Il sindaco Gianni Alemanno come segno di solidarietà e di pace verso il popolo tibetano ha indossato una sciarpa bianca, la Kata, e due consiglieri del Pdl del Comune di Roma, Federico Guidi e Marco Di Cosimo, hanno lanciato un appello ai romani chiedendo di non assistere alla cerimonia di apertura dei giochi olimpici di Pechino lasciando spenta la televisione. Assisi. Il «Campanone delle laudi», che dalla torre civica di Assisi suona solo nelle occasioni più importanti, ha fatto sentire i suoi rintocchi alle 14 di ieri, per alcuni minuti, in concomitanza con l'apertura dei Giochi olimpici a Pechino. La città di San Francesco, simbolo di pace e di dialogo, si è fatta carico di lanciare un forte richiamo per il rispetto dei diritti civili in Cina e in tutti i Paesi del mondo. Promotori della manifestazione sono stati il Comune umbro e il Partito radicale con il sostegno dell'Associazione nazionale dei comuni d'Italia dell'Umbria. Molti i politici presenti: il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, il presidente del gruppo interparlamentare per il Tibet Matteo Mecacci (Radicali), e il vicepresidente Lucio Malan (Pdl). Anche il ministro Giorgia Meloni ha dato la propria adesione inviando un messaggio di saluto. «È giusta - ha scritto - la battaglia per i diritti civili» in Cina come in altri Paesi. Decine poi le persone e i gonfaloni di comuni italiani che hanno partecipato alla sfilata. «Una manifestazione - hanno spiegato i promotori - non contro qualcosa, ma a favore di qualcosa, cioè per la pace, la democrazia ed il rispetto dei diritti umani». Presente alla manifestazione anche il Lama Lobsang Samten, che è in esilio dagli anni '60. Mentre il vescovo della città, monsignor Domenico Sorrentino, ha augurato che lo «spirito di Assisi», porti pace e dialogo interculturale nella lontana Cina, il sindaco della città, Claudio Ricci (a guida di una giunta di centrodestra) ha esposto una grande bandiera del Tibet ad una finestra del palazzo comunale e ha chiesto al governo cinese di chiudere le Olimpiadi con un gesto simbolico di amicizia con il Tibet. Ha invitato poi il primo atleta italiano che vincerà una medaglia a donarne una copia al popolo tibetano. Napoli. Alcuni attivisti della rete «Napoli per il Tibet» hanno manifestato in piazza del Plebiscito per testimoniare solidarietà con il popolo tibetano. Trieste. L'associazione Penombre, partecipando alla protesta dal nome The Sad Smoky Mountains and skyscrapers, ha acceso dei fumogeni rossi «per il Tibet» nei pressi del santuario di Monte Grisa. La stessa cosa, in contemporanea, accadeva a Venezia sul campanile della basilica di san Giorgio Maggiore, a Vicenza, a Verona e in alcune località delle Dolomiti. Firenze. Alcuni militanti di «Casa Pound» hanno affisso due striscioni con la scritta «Free Tibet» sul ponte alle Grazie e sul Ponte alla Carraia, sull'Arno. Due bandiere sventolavano davanti al consolato cinese e altre, con i colori della pace, sono state esposte a Palazzo Vecchio. Trento. Una decina di esponenti del gruppo Atletico Poeti Trento e dell'associazione buddhista Samten Choling hanno acceso tre fumogeni rossi visibili da gran parte della città davanti a due bandiere del Tibet e ad un grande striscione con la scritta «Free Tibet». Non si è trattato di una manifestazione contro la Cina o contro le Olimpiadi - ha ricordato il giornalista Gigi Zoppello - ma un momento di raccoglimento, per ricordare che la Dichiarazione dei Diritti Umani è stata firmata nel 1948 ma non è ancora applicata integralmente nel mondo.