Difendere la libertà degli uomini
Il Tibet è un incrocio di queste faccende che a ben pensare stanno agitando tutto il mondo. Il profilo certo di cosa sia la libertà che fonda i diritti, e il peso che il rapporto con Dio ha nella vita, sono diventate le due questioni che il cosiddetto Occidente pensava di aver "sistemato". La filosofia dei Lumi e le sue analisi successive, in campo antropologico e politico, presumevano di aver trovato, di aver sistemato le due grandi questioni che dall'antichità animano e turbano la vita degli uomini: cosa è la libertà? e cosa à Dio? La libertà fatta coincidere con la possibilità di vivere o consumare quel che desidero fino al limite che mi pone la libertà dell'altro sta mostrando tutti i suoi limiti. Nei dibattiti sulla genetica e sui rischi dell'eugenetica, ad esempio. Come anche nelle riforme sul lavoro. E d'altro canto, il Dio destinato a restare faccenda privata, secondo i desideri dei filosofi e dei politici di stampo laicista, continua invece a irrompere nell'agone pubblico. E non solo e non tanto, si badi, come bandiera strumentale per lotte politiche che sfruttano gli integralismi, quanto, in positivo, come motivazione che spinge un sacco di gente a occuparsi del bene altrui, a darsi da fare al di là di ogni ritorno, a far figli, a donare vita invece che deserto. Me lo disse Oriana Fallaci poco prima di morire, in uno dei nostri incontri a New York. Lei sapeva che la stimavo anche se non ero d'accordo con lei, e mi disse qualche mese prima di tornare a Firenze per sempre: mi dispiace di morire adesso, perché ora le due grandi questioni sul tappeto sono Dio e la libertà. E i temi l'avvincevano. Le olimpiadi in Cina si tengono in una terra segnata dalla negazione sistematica di Dio e della libertà, in un binomio che già ammonisce: dove si perseguita Dio si perseguita sempre anche la libertà dell'uomo. I modi della negazione o della persecuzione possono essere tanti. Quello che vediamo e accusiamo in Cina ci faccia leggere meglio quanto accade ovunque. Così esserci o protestare per le Olimpiadi può avere un senso non solo superficiale. Davide Rondoni