Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Vegas: "Ma sui precari c'era l'accordo. Assumiamo chi ha i requisiti"

default_image

  • a
  • a
  • a

Così, in completo verde scuro e cravatta quasi sgargiante, il sottosegretario all'Economia - ma sarebbe meglio dire il sottosegretario alla Finanziaria visto che è il delegato di Tremonti a seguire la Manovra - si mette a chiacchierare in maniera un po' sciolta. Quasi disinvolta. I giornalisti lo braccano e gli chiedono di tutto, un fuoco di fila di domande. Il sottosegretario risponde sempre in modo secco, spiega tecnicamente i tempi e le prossime scadenze. Ma si torna a parlare della norma sui precari che tanto ha infiammato il dibattito politico. Si parla dei dubbi di costituzionalità, delle proteste dell'opposizione. E a qual punto Vegas si lascia scappare una frase: «Ma sui precari la norma è stata fatta con un accordo...». «L'accordo con chi?» chiedono i cronisti. Vegas glissa: «L'accordo». Ma le domande si fanno insistenti: «Accordo con il Quirnale? Con i sindacati? Con il Pd». Ma il sottosegretario si rende conto di non aver detto una cosa come un'altra e allora frena: «Accordo significa con il consenso generale...». I giornalisti non mollano, gli ricordano che è assai probabile che ci saranno ricorsi alla Corte costituzionale: d'altro canto proprio ieri mattina i tecnici della Camera hanno sollevato dubbi proprio sull'aderenza alla Carta. A Vegas fanno degli esempi concreti, una cronista Rai gli dice: «Sono entrata solo dopo una sentenza, ma durante la causa la Rai non mi ha fatto lavorare. Se avessi saputo all'inizio dell'iter che avrei avuto alla fine solo un'indennizzo non avrei cominciato». E Vegas scherza: «Ci avrebbe guadagnato la Rai». Poi svicola, cerca lentamente di guadagnare la porta della sala stampa, prova ad avvicinarsi. C'è chi insiste sul rischio che la Corte Costituzionale faccia saltare tutto. Il sottosegretario non si scompone: «Vedremo. Il problema non è se sia costituzionale o meno, ma se sia ammissibile o meno aprire le porte della spesa pubblica a precari che non hanno titolo per essere assunti. Per i conti pubblici è importante che non venga assunto chi non ha i requisiti...». Quindi scappa via. Non appena dalle parti del Pd vengono a sapere delle parole di Vegas, scatta la protesta. «Ma quale consenso? - replica Pier Paolo Baretta, che è stato sindacalista Cisl - è una polemica stucchevole e pretestuosa». La norma sui precari - polemizza (ma nella prima lettura non aveva detto nulla) il ministro ombra del lavoro, Cesare Damiano (Pd) - creerà tre fattispecie di precari: «Coloro che hanno avuto la fortuna di passare già per un giudizio definitivo, che saranno stabilizzati; coloro che dopo l'emanazione della legge non saranno sottoposti a questa norma vessatoria, perché possono fare ricorso in futuro; coloro che invece ne rimarranno intrappolati». In Aula ad assumersi la paternità della norma è stato il deputato Pdl Massimo Corsaro, che ha diviso la responsabilità con il collega di partito Gioacchino Alfano ed ha ricordato l'analoga proposta avanzata dal leghista Fugatti. Sempre in aula Vegas, illustrando la Manovra, aveva spiegato che, dovendo l'Italia raggiungere il pareggio di bilancio, non si poteva procedere contemporaneamente con la riduzione delle tasse. Per ora non se ne parla, dunque. Più avanti si vedrà. F. d. O.  

Dai blog