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Tremonti accelera, oggi la Finanziaria

Tremonti e Del Noce

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Addio alle estenuanti trattative di settembre. Addio ai riti infiniti con le riunioni notturne con le parti sociali, con gli enti locali. Addio al rito dei ministri che minacciano le dimissioni, ministri che tirano fuori parole ad effetto per difendere i loro budget. Addio pure alle riunioni di governo che durano notti intere sino all'ultimo momento per varare la Finanziaria giusto in tempo allo scoccare della mezzanotte del 30 settembre come prescrive la legge. Niente di tutto ciò. Il consiglio dei ministri sarà convocato stamattina per stasera, alle ore 20. A quell'ora, quando sarà già stata votata la fiducia alla Manovra (la Camera è convocata alle 14), il governo si riunirà per varare di fatto una legge di tre o quattro articoli: con il saldo netto da finanziare e il valore del ricorso al mercato; poi i fondi per i contratti pubblici, quindi le tabelle per le spese dei ministeri. La legge Finanziaria, infatti, sarà senza grandi novità visto che i contenuti principali sono stati stabiliti con il decreto fiscale che appunto attende il via libera definitivo. Ma la riunione del governo di oggi potrebbe anche decidere di non dare l'ok al testo e limitarsi soltanto a un esame preliminare, rinviando il sì definitivo a settembre. Almeno così fa intendere il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, che passeggiando per piazza Colonna per raggiungere il suo ufficio mette le mani avanti: «È solo un esame iniziale, non ci saranno le tabelle allegate e dunque è solo un primo passo». D'altro canto appena la settimana scorsa il Quirinale aveva ricordato che con la legislazione vigente la Finanziaria deve essere approvata contestualmente alla legge di bilancio. E questo perché questa seconda è una sorta di bilancio dell'anno che si avvia a conclusione mentre la Finanziaria progetta le finanze per l'anno prossimo. Quindi senza il progetto di bilancio non sarebbe possibile programmare la situazione per l'anno successivo. Al Tesoro non la pensano esattamente così e fanno sapere che «non c'è nessuna legge che impone la contestualità». Anzi. «la legge - fanno sapere da via XX settembre - impone che la Finanziaria sia approvata entro il 30 settembre. In ipotesi dal primo gennaio a quella data ogni giorno è buono. Anche perché l'importante è che il Parlamento approvi prima il bilancio e poi la Finanziaria, non il governo». Non a caso Giorgio Jannone, deputato Pdl molto vicino a Tremonti e relatore proprio della Manovra, fa sapere: «Occorre rivedere la normativa che regola l'impianto della legge Finanziaria perché è inadeguata alle esigenze del Paese e ormai superata. Il ruolo dell'opposizione e i suoi interventi - sottolinea - sono stati in buona parte accolti». «La Manovra ha il vantaggio di aver operato in tempi brevi e con una prospettiva che arriva fino al 2011. Durante i lavori delle commissioni - aggiunge - è però comunque emersa con chiarezza la necessità di rivedere la normativa sulla Finanziaria, che appare sempre meno in linea con le necessità del Paese». Al Tesoro dunque vogliono perseguire un obiettivo simbolico e di grande effetto. Per la prima volta nella storia la Finanziaria viene approvata all'inizio di agosto eliminando quello che Massimo D'Alema aveva chiamato il «suk arabo di settembre». E se anche oggi non ci sarà il via libera formale ciò che conta è che da oggi Tremonti è pronto. Storicamente non era mai successo.

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