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Maria Chiara Cugusi La capitale ha salutato con un coro di ...

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Gli ultimi pendolari della stagione arrivati ieri mattina con l'autobus alla stazione metro Anagnina hanno salutato e incitato i 40 granatieri di Sardegna giunti alle 7 in punto nel piazzale con cinque Defender verde militare. La risposta dei ragazzi in divisa non si è fatta aspettare. Sono dovuti infatti intervenire per uno scippo ai danni di un'anziana signora. Poco dopo il borseggiatore, un minorenne rumeno, è stato bloccato e la borsa riconsegnata alla proprietaria. Altri militari hanno invece presidiato alcune stazioni della metro e scali ferroviari della periferia come Saxa Rubra, Labaro e Ponte delle Valli. Peccato, però, che i soldati non sono potuti rimanere a presidiare gli scali anche nelle ore notturne. Alle 21, ieri sera, nelle stazioni di Saxa Rubra e La Storta, teatro, quest'ultima, alcuni mesi fa di un fatto di cronaca nera, non c'erano militari. Lancieri di Montebello, militari della Folgore, granatieri di Sardegna, in tuta mimetica o «drop», armati di pistola o di fucile a seconda del servizio da svolgere, hanno comunque lavorato per tutto il giorno accanto a carabinieri e agenti di polizia sotto il sole cocente per restituire ai romani una capitale più sicura. Tra loro anche 32 ragazze in divisa. «Sono preparati e addestrati - assicura il tenente colonnello dell'Esercito Caruso - hanno tutti alle spalle esperienze importanti, dal Kosovo all'Iraq, fino all'Afghanistan e la maggior parte di loro - aggiunge - ha rinunciato alle ferie per aderire a questa nuova missione». Fino a ieri erano 400 ma entro la settimana saranno 1052, come previsto dal patto per la sicurezza della Capitale firmato dal ministro degli Interni Maroni, dal sindaco Alemanno e dai presidenti di Regione e Provincia. Per quanto riguarda le destinazioni delle forze armate sembra essere passata la linea Alemanno: per ora niente soldati nelle zone turistiche, soprattutto nel centro storico, per evitare ricadute negative sull'immagine di Roma. Unica eccezione piazza S.Giovanni in Laterano, dove si trova la sede dell'Autorità Nazionale Palestinese. Nelle zone meno sicure la sorveglianza non sarà ridotta ai presidi fissi ma sarà «dinamica», realizzata attraverso pattugliamenti mirati delle aree a rischio. Gli obiettivi sensibili della Capitale sono 45, stabiliti dal comitato provinciale per l'ordine e per la sicurezza pubblica. Tra questi tutte le principali ambasciate e sedi diplomatiche: in particolare le sedi Usa, la Fao, i luoghi diplomatici palestinesi e l'Ambasciata dello stato di Israele ai Parioli, scelta da Alemanno per dare il benvenuto ufficiale all'esercito. Ancora presidi per le sedi diplomatiche dell'Arabia Saudita, dell'Afghanistan, Libia e Iran, Iraq, per l'Ambasciata della Giordania, quella dell'Egitto, e le sedi turca, algerina, britannica, spagnola e russa, dove i soldati «daranno il cambio» agli uomini delle altre forze dell'ordine. Solo il quartiere Salario e i Parioli possono contare su un contingente di 244 militari.La più alta concentrazione di uomini in divisa si trova davanti alla residenza dell'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede. Nei prossimi giorni 20 soldati saranno destinati al controllo dell'Ambasciata americana nella parte alta della centralissima Vittorio Veneto. Ma è la Roma dei romani a tornare di nuovo vivibile. All'Esquilino, grazie all'utilizzo dei militari in altre zone della capitale, i carabinieri potranno tornare a pattugliare piazza Vittorio e il parco con la sua massiccia presenza di immigrati, utilizzando una stazione mobile. L'area, considerata da Alemanno prioritaria, era stata inserita nel patto per «Roma sicura». Sotto presidio anche il Cpt di Ponte Galeria e gli uffici immigrazione di via Patini. Cinquanta paracadutisti della Folgore suddivisi in cinque turni giornalieri sostituiranno 35 uomini dell'Arma e della Guardia di Finanza. A questi si devono aggiungere 45 agenti di Ps dell'Immigrazione che lavorano all'interno della struttura». I turni montanti e smontanti delle varie pattuglie si alterneranno continuamente con le truppe fresche destinate al Cpt di Ponte Galeria e alloggiate alla città militare della Cecchignola. Anche la pineta di Castelfusano, devastata da roghi dolosi nei giorni scorsi, sarà affidata a 40 uomini della Folgore, a partire dal 7 agosto, che affiancheranno il Corpo della Forestale dello Stato. Intanto, in una Roma colorata di verde militare, tra pendolari e residenti si respira curiosità, stupore e gioia. Sono in molti a sentirsi più protetti. «I militari finalmente garantiranno maggior ordine» afferma un edicolante dell'Anagnina. «La presenza dell'esercito era inevitabile - spiega invece Sarah, impiegata, con una vena di polemica - Se ci fossero stati più carabinieri, non ci sarebbe stato bisogno di impiegare l'Esercito». E c'è anche chi nelle stazioni reclama più controlli «Perchè così pochi militari per le stazioni? osserva un'impiegata - troppa sproporzione rispetto a quelli mandati davanti alle ambasciate». Ma il calore dei romani si è fatto sentire soprattutto alla stazione Anagnina, dove un gruppo di pendolari ha applaudito dall'interno di un bus i ragazzi schierati. E in una Roma «militarizzata» non potevano mancare le proteste. Davanti al Colosseo campeggiava uno striscione dei Collettivi Giovanili con la scritta «Free Roma». Critiche anche da qualche turista: «Sembra di essere in un teatro di guerra» è l'amaro commento di un cittadino inglese davanti al presidio di piazza S. Giovanni. I criteri di impiego dei militari nella Capitale saranno comunque illustrati questa mattina alle 12 in una conferenza stampa congiunta tra il Prefetto Carlo Mosca e i firmatari del Patto per «Roma sicura». Ha collaborato Giuseppe Grifeo

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