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La Russa: «Contro i militari solo ladri e sessantottini»

Ignazio La Russa

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Sono gli unici cittadini spaventati dai militari, parola di Ignazio La Russa. Il ministro della Difesa ha incontrato i soldati che hanno preso servizio ieri mattina alla stazione Centrale e in piazza Duomo a Milano. E ha subito smontato le polemiche. A chi gli ha ricordato quelle su ciò che è stata definita dall'opposizione «un'operazione di facciata accompagnata dalla militarizzazione del territorio», La Russa ha risposto a chiare note: «Non è un'operazione di facciata, poi se qualcuno ha qualche altra proposta da fare me la dica. La sinistra considera propaganda qualunque cosa inerente alla sicurezza». Mentre in merito al finanziamento del progetto e alle polemiche dei sindacati di polizia sui tagli, La Russa ha ribadito che si tratta di due cose diverse: «Il fatto che i militari scendano in strada e che il progetto sia finanziato a parte, vuol dire che c'è molta fantasia sui tagli. Io e Maroni abbiamo trovato altri mezzi» per finanziare questa operazione. Mentre ha definito «un dovere del governo e di tutti» quello di trovare «rimedi per tamponare i costi», perché è necessario «ridurre il costo dello Stato, o c'è solo una soluzione: nuove tasse». Il ministro, durante «l'inaugurazione» del primo giorno dei militari nelle città, è stato anche protagonista di un siparietto. Mentre stava tranquillamente rispondendo alle domande dei giornalisti La Russa è stato più volte interrotto da un uomo, un ex consigliere di zona di An ed ex Msi che soffre da tempo di disturbi psicologici, che ha poi cercato di seguirlo mentre stava andando vicino a una postazione televisiva. Il «molestatore», che si è messo a urlare, è stato bloccato dalla polizia e dalla scorta e allora si è gettato per terra. A questo punto La Russa ha chiesto agli agenti di farsi da parte e con un sorriso ha abbracciato il contestatore: «E dai piantala - gli ha detto - smettila di fingere, ti conosco da una vita, da quando eri un ragazzo, così come conoscevo tuo padre. Sei sempre stato un gran rompipalle ma ti voglio bene». L'uomo si è tranquillizzato e tutto è tornato normale: il ragazzo è tornato tra il pubblico e il ministro ha continuato il suo discorso, nel quale ha ammesso che i tremila militari in città sono un numero ancora limitato rispetto al problema sicurezza, ma è il massimo che si poteva fare. Ma le polemiche sull'impiego dei militari non si sono fermate. Il Partito democratico ha continuato a parlare di «oporazione di facciata: «Non affrontare il problema sicurezza nelle città con un piano serio e articolato rischia di essere soltanto un palliativo», ha detto Enzo Bianco. Secondo il ministro ombra della Difesa, Roberta Pinotti, «nessuno ha paura dei militari, ma questo è un provvedimento di propaganda per coprire i taglia alla sicurezza». Critico anche l'Udc con Lorenzo Cesa. Ma è stato ancora Antonio Di Pietro e tutta l'Italia dei valori a scagliarsi contro l'operazione della Difesa: «Ho troppo rispetto per il ruolo dei militari per vederli fare comparse nel cinema di Cinecittà», ha ironizzato l'ex magistrato. «Credo - ha continuato - ci sia bisogno di dare più mezzi, più personale e più strutture alle Forze di Polizia per combattere la criminalità. Ai militari facciamo fare quello che è il loro compito: difenderci dalle aggressioni esterne e fare peacekeeping in tutto il mondo». Per la maggioranza, invece, è stato un altro punto portato a casa. Il Pdl ha ringraziato La Russa, mentre il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota, ha sottolineato come la «presenza dei militari, libera uomini e mezzi delle forze dell'ordine i quali potranno essere impiegati direttamente per il controllo del territorio e per la sicurezza dei cittadini».

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