Alessandro Bertasi Rimborso solo ai partiti che hanno ...

«Questo - spiega lo stesso ministro leghista - serve a disincentivare chi si presenta solo per il rimborso elettorale, praticamente a scopo economico». Oggi infatti accedono al finanziamento pubblico tutte le liste che superano l'1% (anche se non eleggono nessuno) e ottengono un rimborso di un euro a voto: la sinistra radicale per esempio avrà oltre un milione di euro per le Politiche di aprire. I primi commenti al ddl sono stati positivi. «La proposta del ministro Calderoli è una buona base su cui aprire un ragionamento. Continueremo, dunque, a dialogare con il ministro delle Riforme a riprova che quando si parla di riforme serie l'Italia dei Valori non fa un'opposizione pregiudiziale», dichiara il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi che chiede inoltre rimborsi elettorali solo a chi supera la soglia di sbarramento e un aumento dei collegi elettorali da cinque a dieci. Dello stesso avviso il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, promotore di un proporzionale con sbarramento al 3% e di una soglia più alta per la raccolta delle firme. Il Pd, dal canto suo, sospiene il capogruppo dei Democratici alla Camera, Antonello Soro, si riserva di affrontare la questione alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva nel momento in cui la legge elettorale europea, e più in generale le riforme istituzionali, potrebbero rappresentare un primo terreno per un ritorno al dialogo. Dalla parte opposta per la maggioranza prende la parola Marco Marsilio, deputato del Pdl-An che ritiene «i giudizi positivi di Udc e Idv alla bozza Calderoli un buon segnale di partenza e dimostrano come questo governo abbia intrapreso la strada giusta». Il ministro leghista intanto sta approntando le ultime limature al suo testo in previsione dell'incontro con il premier Silvio Berlusconi: il provvedimento dovrebbe essere poi varato nel Consiglio dei ministri del 28 agosto. Restano sul tavolo alcune questioni aperte, in particolare quella dello sbarramento che Calderoli ipotizza al 4% e il premier preferirebbe al 5, e la scelta tra il mantenimento del meccanismo delle preferenze (con la preferenza unica) e l'introduzione delle liste bloccate che il Cavaliere vedrebbe più di buon occhio.