Berti (Anpac): "Inutili colpi di mano adesso. Aspettiamo la fine dell'estate"
«Meglio aspettare settembre. E aprire tavoli informali con le sigle sindacali prima di quello ufficiale» spiega a Il Tempo, Fabio Berti, presidente dell'Anpac, una delle sigle sindacali dei piloti. Niente mobilitazioni di agosto, dunque? Iniziare un confronto duro adesso è pericoloso e non non conviene a nessuno. Dunque la parola d'ordine dovrebbe essere cautela. Sarebbe più utile cominciare confronti informali per arrivare al tavolo ufficiale con la consepevolezza di poter avviare un percorso, non certamente semplice, ma percorribile. Eppure Berlusconi già parla di esuberi. E anche molti. Si parla di un piano industriale che non è stato reso noto e senza quale il non è possibile fare valutazioni. E capire se è possibile accettare sacrifici. Ma se ci fosse un'accelerazione a breve come rispondereste? A fronte di scenari negativi le nostre posizioni saranno forti perché un altissimo numero di persone senza lavoro avrebbero un solo significato. E cioè che non c'è nessuna volontà di rilancio Poniamo che i 5 mila esuberi annunciati fossero quelli reali? Anche in questo caso bisogna distinguere. E cioè capire quanti sono quelli strutturali e cioè persone che perdono il posto di lavoro. E quanti saranno il frutto di logiche di esternalizzazioni, e cioè impiegati che usciranno dal perimetro Alitalia ma conserveranno il posto. Qualunque piano non potrà avere successo se non associato a forme di protezione di lavoro sostenibili da parte dei sindacati. È ottimista sulla soluzione? Sono realista. Ci sono ancora ampi margini per arrivare a una soluzione. Non vedo i presupposti per un irrigidimento da parte del governo È se arrivasse un'accelerazione improvvisa? In questo momento è fantascienza pensare che questo governo si ponga verso le parti sociali con le armi del ricatto. E cioè prendere o fallire. Ma c'è una soluzione per uscire dall'impasse? Ce ne sono due. O un'alleanza internazionale o l'aumento della massa critica a livello nazionale. Oggi l'incremento del costo del carburante impedisce ai vettori internazionali di acquisire Alitalia. Resta l'unica soluzione, provvisoria, che è quella di aumentare la percentuale di controllo del traffico nazionale dal 40% al 65% del mercato. In ogni caso tutti gli sforzi di per salvare Alitalia, senza una strategia precisa di tutto il trasporto aereo, saranno vani. In questo senso ricordo che Air France e Lufthansa hanno ristrutturato le loro società con governi forti alle spalle che le hanno tutelate.