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Presentate le nuove norme per precari e assegni sociali. Veltroni: "Sbagliate e insuficienti"

L'aula del Senato

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La proposta di modifica indica, infatti, che "con riferimento ai soli giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, e fatte salve le sentenze passate in giudicato", in caso di violazioni di legge "il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un'indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto". Nella norma del decreto legge sulla manovra economica è' saltato anche il criterio del reddito per attribuire gli assegni sociali . La modifica arriva con un emendamento presentato in commissione Bilancio del Senato dal relatore Salvo Fleres. Una proposta di modifica che conferma invece il requisito di 10 anni di residenza in Italia.   «Non c'è stato un dietrofront da parte del governo che ha subito quelle norme frutto di un'iniziativa parlamentare che è stata poi compresa nel maxi emendamento, seppure con una correzione sostanziale perchè era stato assunto un impegno a richiedere un voto di fiducia sul testo varato dalla commissione». Con queste parole il ministro del Welfare Maurizio Sacconi torna sulle modifiche alla manovra finanziaria che riguardano gli assegni sociali e i precari. «La correzione ora è importante -continua Sacconi a margine della conferenza sui primi mesi di governo della sanità questa mattina a Roma- perchè ripropone a regime l'attuale disciplina dei contratti a termine che limita la norma soltanto a una sorta di sanatoria per i contenziosi in corso nel momento in cui la legge è approvata». Contenziosi che, «come è noto -conclude Sacconi- si riferiscono quasi esclusivamente ad una società pubblica: Poste Italiane». "Sono assolutamente insufficienti". Cosi' il segretario del Pd, Walter Veltroni, giudica le correzioni apportate dal governo alla norma sui precari e a quella relativa agli assegni sociali. Durante una conferenza stampa, Veltroni rivendica il risultato ottenuto dal Pd che ha "costretto il governo ad ammettere di aver sbagliato". Ma "non e' sufficiente. Noi chiediamo che la norma sui precari venga tolta. Se ne riparlera' nelle sedi opportune e con il confronto con le parti sociali".    "E' chiaro che si tratta di una norma incostituzionale e, quindi, non di un semplice errore da parte del governo. La norma deve essere tolta", ribadisce Veltroni in conferenza stampa. Il leader del Pd rivolge un "invito al governo: accolga il nostro appello e tolga la norma sui precari, che riaffronteremo piu' tardi nelle sedi opportune". Veltroni sottolinea come "non c'entri nulla il dialogo, in questo caso c'entra il Parlamento e il suo ruolo, che non puo' essere il luogo in cui si misurano i muscoli, ma in cui viene usato il cervello, cioe' la capacita' di ascoltare e capire. Il governo - ribadisce ancora Veltroni - accolga il nostro appello a togliere le norme sui precari e sugli assegni sociali che fanno parte di una gigantesca commedia degli inganni, e invece la situazione richiederebbe l'applicazione del cervello. Faccio un appello ad un soprassalto di responsabilita' da parte di governo e maggioranza".   

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