La Vigilanza non riesce a superare lo scoglio Orlando
Le opposizioni insistono su Leoluca Orlando (Idv), ma la maggioranza non ne vuole sapere e, con scientifica precisione, continua a far mancare il numero legale. Che la seduta di ieri non sarebbe stata decisiva lo si era capito in mattinata quando, intervistato da Radio Radicale, l'ex presidente della commissione Mario Landolfi aveva annunciato: «Non penso che oggi sia una giornata utile a sbloccare la situazione in Vigilanza, questa è l'aria che tira». Infatti, da lì a poco, le agenzie battevano una dichiarazione congiunta dei capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che lasciava poco spazio alle interpretazioni. «È certamente urgente e doveroso eleggere il presidente della commissione. Non mettiamo in alcun modo in dubbio che tale carica debba essere attribuita ad un esponente delle minoranze, secondo una consolidata e giusta prassi parlamentare, ma anche nel rispetto della logica che impone un'intesa e non l'accettazione di un diktat». Insomma, se le opposizioni insistono sul nome di Orlando, noi non ci stiamo. Ma non è solo la maggioranza ad aver problemi con l'esponente Idv. Per Antonio Di Pietro, infatti, «diamo fastidio sia a destra che a sinistra e vogliono a tutti i costi delegittimarci perché ci rifiutiamo di essere irreggimentati in uno schema politico». Immediata la replica di Paolo Gentiloni (Pd): «Mentre da settimane le opposizioni unite sostengono la candidatura di Orlando, Di Pietro non solo non riconosce la nostra lealtà ma addirittura se la prende con "destra" e "sinistra"». Intanto il presidente della Camera Gianfranco Fini apre all'ipotesi di convocare la commissione a oltranza («È l'unico strumento da attivare per mettere le forze politiche davanti alle loro responsabilità»). Il tutto mentre i Radicali continuano l'occupazione dell'Aula di Palazzo San Macuto. E proprio sul nome del radicale Marco Beltrandi punta Landolfi che lancia la proposta ai colleghi. Chissà che non si tratti della carta giusta per sbloccare la situazione visto che, come ribadisce Cicchitto, «bisognerà eleggere un esponente di un'altra forza politica. L'Idv sta conducendo una polemica di carattere eversivo che mal si concilia con la presidenza di una commissione delicata come la Vigilanza». Ma Di Pietro insiste: «Il Pdl ci teme, da noi nessun passo indietro».