La maggiore ricchezza sarà redistribuita «con scelte ...
«Serve - ha detto il ministro - una discussione sistematica e cadenzata». Per questo il governo intende instaurare una «forma organica di confronto» con le parti sociali e per questo «con cadenza mensile» intende confrontarsi con le stesse sulle principali priorità dell'economia e del sociale. Al centro degli incontri che dovrebbero svolgersi ogni mese ci saranno appunto i «dossier» che, di volta in volta, verranno proposti dal governo o dalle parti. Insomma, un Tremonti piuttosto dialogante con sindacati e imprenditori. E anche un governo che vuole fare dell'economia sociale di mercato la sua stella polare. Non è un caso infatti che l'esecutivo abbia deciso proprio ieri di fare marcia indietro sugli assegni sociali. Dopo la levata di scudi generale, l'Economia ha deciso di correggere la misura della Manovra che, nata in chiave anti-immigrati, rischiava di togliere dall'oggi al domani gli assegni sociali a circa 800mila anziani indigenti, in gran parte donne. Dopo un'occhiata ai titoli dei giornali della mattina, a Palazzo Chigi ci si rende conto che l'errore compiuto alla Camera deve essere rapidamente corretto. E così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito annuncia che il governo presenterà un emendamento al Senato per eliminare il rischio di un taglio indiscriminato degli assegni. Si tratterà, assicura Vito, dell'unica modifica della manovra a Palazzo Madama oltre a quella, già annunciata, che recepisce le osservazioni del Quirinale sui bilanci ministeriali. Ma la maggioranza, durante l'esame della Manovra in commissione al Senato, si lascia aperta la porta a una modifica dell'altra norma che ha provocato mille proteste, il blocco delle assunzioni dei precari che fanno causa all'azienda: se intervenire o no, spiega il relatore Salvo Fleres, si deciderà al termine di una verifica con il governo. Nel frattempo, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che già lunedì aveva preannunciato cambiamenti sulla norma anti-assunzioni in un nuovo disegno di legge, ribadisce ai sindacati che gli emendamenti sui precari «saranno corretti». La Lega Nord dà il suo «nulla osta» all'aggiustamento sugli assegni sociali: spiega infatti il ministro Roberto Calderoli che «è giusto modificare la norma se c'è anche solo il dubbio che i tagli possano riguardare gli italiani». Tra l'altro è venuto fuori che la paternità della stretta sugli assegni sociali non è del Carroccio ma di due deputati dell'opposizione, gli altoatesini della Svp Sigfried Brugger e Karl Zeller. E in serata il ministro del Welfare Sacconi, arrivando ad una cena con il premier e i senatori del Pdl, conferma quella che, fino a quelo momento, era solo una voce: «Il governo si prepara a presentare un emendamento all'articolo 20 e all'articolo 21 comma 4 del decreto manovra», quindi tanto sui precari quanto sugli assegni sociali. «Per i precari - aggiunge - il governo non ha ancora deciso se presentare l'emendamento in commissione oppure direttamente in aula», visto che il regolamento del Senato lo consente.