Epifani mette le mani avanti: «L'incontro non sarà facile»
«Bisogna che il governo e la maggioranza parlamentare cambino la norma contro l'inserimento al lavoro dei precari. Se resta quella approvata l'altro giorno avviene una cosa incomprensibile». Cioè? «Che gli errori delle imprese ricadono sui diritti dei giovani, dei lavoratori e dei precari. E se le imprese sbagliano, come conseguenza sono colpiti i lavoratori e i precari. Il che è profondamente ingiusto oltre che illogico». Segretario Epifani, vede però che la severità dà risultati? Pensi alla lotta all'assenteismo del ministro Brunetta. «Combattere l'assenteismo è una misura sicuramente giusta. Nelle pubbliche amministrazioni d'altra parte ci sono aziende, uffici, posti di lavoro dove già oggi l'assenteismo è uguale a quello del settore privato. E altre aree dove è addirittura più alto. Proprio per questo bisogna stare attenti. Se uno fa il proprio dovere non può essere punito». C'è molta attesa per il vostro incontro con il Governo. È possibile una vostra apertura, una collaborazione? «L'incontro col governo non sarà facile a mio parere. Il governo ha fatto una manovra di tagli che deprimerà l'economia e soprattutto non aiuterà né i consumi né i redditi dei lavoratori dipendenti, degli anziani, dei pensionati. Se il governo quindi vuole proporci un patto per lo sviluppo deve fare retromarcia rispetto alle scelte che ha già fatto. Il governo dirà aspettiamo lo sviluppo, che le cose si mettano meglio e poi restituiremo, redistribuiremo le risorse a chi ne ha bisogno. Io penso esattamente il contrario. Se vuoi crescere davvero, in queste condizioni devi prima dare risorse ai lavoratori dipendenti e agli anziani, ai pensionati». Sarete ascoltati o i lavoratori decideranno da soli? Il sindacato secondo lei ormai ha già svolto il suo ruolo o è ancora attuale? Per Confindustria si potrebbe fare a meno. «Penso che questo sia un discorso di parte, interessato. Io lascerei scegliere i lavoratori. Se i lavoratori avranno bisogno di tutela penso che si rivolgeranno al sindacato. Ed è esattamente quello che fanno. Sta avvenendo invece una cosa contraria rispetto a quello che pensano molti. Di fronte alle difficoltà dell'economia globalizzata cresce la domanda di tutela e quindi di sindacato, di un sindacato più democratico ed efficace, sempre più efficiente. Ma questa domanda cresce, glielo assicuro». Lavoro nero, siamo i primi in Europa. «Da noi è vero, è molto forte. Ci sono tanti strumenti per contrastarlo: il testo unico sulla sicurezza è uno di questi; un altro che va perseguito è il controllo a tappeto sugli appalti e sub appalti».