Paolo Zappitelli p.zappitelli@iltempo.it «Agli amici di An ...

Gaetano Quagliariello, esponente di Forza Italia e vicepresidente del gruppo del Pdl al Senato, storce il naso di fronte alla proposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno di reintrodurre le preferenze alle elezioni. Anche se qualche argomento a favore potrebbe esserci. «Sarebbe un modo per far "correre" i candidati e avere un maggior impatto sociale in elezioni dove, storicamente, le percentuali di votanti sono basse». Però sono di più i motivi che la spingono a respingere quella proposta. «Partiamo da una premessa: oggi i partiti sono molto deboli, non creano più militanza. Gli è rimasto il ruolo istituzionale. La loro funzione indispensabile quindi è diventata quella di selezionare la propria rappresentanza. Altrimenti rischiano di essere condizionati da lobby esterne, in particolare al sud». Parla del rischio che pacchetti di voti possano essere controllati dalla malavita? «Io dico che se dobbiamo fare una battaglia è quella sulle garanzie e sulla trasparenza che deve offrire questa selezione interna dei partiti. Ma indietro non si può tornare. Anche perché noi abbiamo il problema di superare al più presto la logica "io vengo da An io vengo da Forza Italia". Le preferenze invece riportano all'appartenenza alle vecchie strutture». Il ritorno alle preferenze, in realtà, sembra nascondere un obiettivo solo, quello di scardinare il rapporto di forza 7 a 3 fra gli azzurri e Alleanza Nazionale. «Quel rapporto è stato liberamente sottoscritto dai rappresentanti dei due partiti. Un modo serio di discutere non è tanto trovare espedienti per farlo saltare ma piuttosto fare in modo che sia una fase che si chiude al più presto. Il Pdl deve essere una cosa sola, senza più An e Forza Italia. Invece la discussione sulle preferenze è un sistema per prolungare questa appartenenza». Alleanza Nazionale ha comunque avviato un percorso che porterà al nuovo partito, con l'esecutivo nei giorni scorsi, poi l'Assemblea del partito. Forza Italia cosa sta facendo? «Noi stiamo passando molto di più attraverso gli eletti, siamo un partito più verticale, con un leader carismatico preminente sulle rappresentanze istituzionali, a loro volta preminenti sulla base militante del partito. Il coordinatore Verdini ha appena finito un giro che lo ha portato in tutte le Regioni, proprio per parlare con la nostra base».