Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Ora è ufficiale. L'incubo di Rifondazione Comunista ha un ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Anche ieri, seconda giornata di lavori, le due mozioni principali di Paolo Ferrero-Claudio Grassi e Nichi Vendola hanno cercato un accordo per evitare la conta. Ma l'impresa è tutt'altro che semplice visto che, ancora prima della leadership, le due fazioni non riescono a convergere su una linea politica comune. E al centro della discussione c'è proprio il nome dell'ex pm. Volendo semplificare si potrebbe dire che il dilemma che preoccupa i rifondaroli in trasferta nella cittadina toscana è: morire dipietristi o no? Dopotutto sono in molti a pensare che con la sua opposizione intransigente il leader dell'Italia dei Valori possa conquistare i cuori di quegli elettori della Sinistra radicale ormai orfani di una rappresentanza parlamentare. Così, ad esempio, Paolo Ferrero rivendica con forza la scelta di partecipare alla manifestazione sulla legalità organizzata dall'Idv a piazza Navona. «La questione morale esiste - spiega l'ex ministro della Solidarietà Sociale -. Se la sinistra sta a casa sbaglia. Io sono andato alla manifestazione a piazza Navona e ci andrei di nuovo perché ha dato un sussulto al Paese. Il mio problema è costruire un'opposizione di sinistra che non deve andare da Di Pietro ma che sia in grado di organizzare delle manifestazioni. Non è una buona sinistra quella che sta a casa a fare i commenti». Non la pensa così Nichi Vendola che già giovedì aveva criticato Ferrero per la sua discesa in piazza. Ma a rincarare la dose arriva anche l'ex segretario Franco Giordano: «Non possiamo essere subalterni a Di Pietro, da sempre avversiamo il giustizialismo e quell'idea balzana di legalità che ha portato Di Pietro a votare con le destre contro la commissione su Genova». Insomma le distanze restano evidenti anche se l'ex leader invita a trovare «una ricomposizione unitaria del partito» facendo tacere «le piccole ambizioni e meschinità». Oggi, intanto, dirà la sua Fausto Bertinotti che ieri si è commosso quando, dal palco, gli ha riconosciuto i meriti nella fase che ha seguito la caduta del governo fino al tracollo elettorale di aprile. Anche lui, però, difficilmente accetterà di morire dipietrista.

Dai blog