Il Senato approva la norma sull'immunità
Con uno sprint che ha pochi precedenti (sono 25 giorni dal suo varo in Consiglio dei ministri), il Parlamento ha approvato il lodo Alfano. Il via libera definitivo è arrivato come previsto alle 20 di ieri sera quando il Senato, con 171 voti a favore e 128 contrari, ha trasformato in legge lo «scudo» processuale per le quattro più alte cariche dello Stato. Soddisfazione della maggioranza, che al momento dell'approvazione esplode in un lungo e fragoroso applauso. Insorge l'opposizione: i democratici denunciano il profilo incostituzionale e ad personam del provvedimento. Ma il fronte di minoranza si spacca al momento del voto: Pd e Idv votano contro, l'Udc si astiene. Poche le fibrillazioni della lunga giornata a Palazzo Madama: in apertura manca il numero legale e il presidente di turno, Vannino Chiti, è costretto a sospendere per venti minuti. Poi tutto fila liscio e dopo aver respinto lunedì le pregiudiziali di costituzionalità, la maggioranza vota compatta e boccia senza problemi i 58 emendamenti al testo presentati da Pd e Idv. In mattinata, tocca al Guardasigilli Angelino Alfano difendere il provvedimento che porta il suo nome, negando che sia condizionato da vizi di incostituzionalità: «L'urgenza" del lodo — sottolinea — ci è stata rimproverata come una colpa: diciamolo chiaramente in quest'Aula, il ddl non è troppo o poco urgente, è giusto e lo stiamo facendo». Poi fissa in «autunno» l'appuntamento per la riforma della giustizia e si rivolge ai settori «riformisti» dell'opposizione, perché la condividano e non cedano alla tentazione di «coccolare l'antiberlusconismo». Un invito al dialogo che l'opposizione respinge al mittente: per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, la maggioranza sta «costruendo di fatto un sistema di potere sovrano» eliminando «ogni limite al potere di Berlusconi. È chiaro che in un clima così è ben difficile che si possa trovare un filo comune di ragionamento». Sceglie l'astensione l'Udc, che pure non rinuncia a muovere le sue critiche al provvedimento: «Risolve solo il rapporto fra il presidente del Consiglio e la magistratura», denuncia Gianpiero D'Alia. Soddisfatta la maggioranza di Governo. Per il capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, il lodo non persegue «l'impunità parlamentare né immunità generalizzate» ma serve per «evitare l'uso politico della giustizia». «È una vittoria per la democrazia non già di una parte politica», commenta il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi. E sul provvedimento si registra anche la soddisfazione della Lega, che pure ribadisce come sua priorità quella del federalismo fiscale: per l'ex Guardasigilli, ora sottosegretario alle Infrastrutture, Roberto Castelli, si apre «una stagione positiva anche di confronto politico con l'opposizione». Finalmente, prosegue «ci sarà un governo che potrà governare».