Felice Casson: «Ma i cittadini hanno diritto di sapere»

Il senatore del Pd Felice Casson, ex magistrato prestato alla politica, accoglie favorevolmente l'appello di Napolitano anche se ci tiene a fare qualche distinzione. Senatore, trova opportuno il richiamo del Capo dello Stato? «Io credo che ci siano diverse interpretazioni della cosiddetta giustizia-spettacolo». Cioè? «Se parliamo di portare i processi in televisione il Capo dello Stato ha pienamente ragione: i processi si celebrano nei tribunali e certe esagerazioni vanno sicuramente condannate». Però? «Nessun però. Dico semplicemente che, per necessità, è inevitabile che alcuni processi come quelli che riguardano, ad esempio, la sanità in Abruzzo o Telecom, finiscano sui giornali». Perché parla di necessità? «Perché parliamo dell'interesse pubblico collettivo di fatti ritenuti criminali. Non è assolutamente pensabile che alcune indagini non finiscano sui giornali». Quando si parla di processi-spettacolo viene sempre in mente la stagione di Mani Pulite. Gli arresti in diretta tv, i politici messi alla congna. Anche questo «spettacolo» era necessario? «Gli arresti in diretta televisiva sono sicuramente una forma di spettacolarizzazione in senso negativo. Ma sarebbe sbagliato ridurre Mani Pulite a questo». Non pensa che il monito di Napolitano possa essere letto come una delegittimazione dei magistrati? «Non penso che questa sia l'intenzione del Presidente della Repubblica anche se c'è chi, di volta in volta, lo tira per la giacca». Il suo collega Di Pietro dice che, forse, Napolitano avrebbe fatto meglio a difendere il Csm. «Il Csm va sicuramente difeso, ma credo che il Capo dello Stato non possa essere attaccato per questo. Faremo meglio, piuttosto, ad abbassare tutti i toni perché più si esagerano certe vicende e peggio è, anche per i magistrati».