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Santanchè: «Noi e il Pdl ci assomigliamo. Vedrò Verdini»

Santanchè

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Nessuno di noi ha intenzione di svendersi. Chi ha tradito veramente non è Berlusconi ma qualcun altro». La portavoce de La Destra, Daniela Santanchè, lascia l'Umbria con in testa un'idea diversa da quella di Storace sul futuro del partito, e su quelli che devono essere i prossimi passi. «La prima cosa da fare è rafforzarci sul territorio, da questo punto deve partire la politica de La Destra, poi non c'è niente di male ad aprire un tavolo di discussione con il Popolo della Libertà». Storace dice che Berlusconi vi ha tradito. Lei invece la pensa diversamente. Come ne uscirete? «Vorrei ricordare, sempre, che il mio nemico è Veltroni e non Berlusconi. Io sono la stessa della costituente de La Destra, dove tutti eravamo d'accordo per portare Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. È qualcun altro ad essere cambiato. E poi, se si guarda a quanto fatto finora da questo governo, si possono trovare tanti punti contenuti nel nostro programma elettorale». Per esempio? «Beh, io non posso che plaudire il ministro Maroni per l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, o il ministro Tremonti per la Robin Hood tax. Certo ci sono anche delle ombre: avrei voluto, per esempio, un atteggiamento più critico sulle Olimpiadi di Pechino, e un maggiore impegno nell'affrontare la questione Islam». Cosa intende fare ora? «Spero già in questa settimana di poter incontrare Denis Verdini, il coordinatore nazionale del più grande partito italiano, l'unico, insieme a Silvio Berlusconi, a poter essere veramente il nostro interlocutore. La politica non si fa con le rivendicazioni. Ora che il temuto inciucio con Veltroni è finalmente archiviato, serve aprire un tavolo di confronto con il Pdl. Solo chi si sente debole, incerto, sfiduciato, ha paura di allearsi con chi è diverso per raggiungere il proprio obiettivo. Io questa paura non la sento». Il suo messaggio a Silvio Berlusconi. «Di governare bene questo paese, e di capire che l'Italia ha bisogno della destra».  

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