«Giustizia, basta polemiche»

Ci attende una legislatura costituente e perché sia tale occorre che le forze politiche si siedano attorno ad un tavolo». Marina Sereni, del Pd, definisce di «volgarità inaudita» le parole del presidente dei senatori del Pdl, sottolineando che se si vuole riformare la giustizia lo si deve fare «con i giudici e non contro i giudici». Amedeo Ciccanti, deputato dell'Udc, ritiene che Gasparri abbia fatto «dichiarazioni indegne di un capogruppo del partito di maggioranza». «Esse denotano - rileva il centrista - una concezione proprietaria delle istituzioni, e una volontà di rissa che non aiuta la politica come momento di sintesi dello sforzo del Paese per fronteggiare la grave crisi economica che lo attanaglia». All'opposizione replica il ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Gasparri ha precisato le sue parole e il problema è chiuso. Il rispetto per il presidente del Csm, che è anche il presidente della Repubblica, e della magistratura non sono mai stati messi in discussione, specie dalla mia parte politica». Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione legislativa, sottolineando che il tema della giustizia è «molto complesso e molto grande», auspica che «non vengano posti limiti temporali, per affrontarlo al meglio». Un'apertura, secondo il Pd. Tant'è che la presidente dei senatori Anna Finocchiaro rileva che «da Calderoli sono venute parole chiare. La Lega non accetta ricatti o scambi e non considera prioritaria una riforma della giustizia fatta per gli interessi di pochi». «Le priorità e le esigenze del Paese sono altre - prosegue la senatrice - e non certo quelle del presidente del Consiglio. Il federalismo fiscale è certamente uno dei molti temi da discutere e su questo in Parlamento ci confronteremo con serietà». Infine uno scambio indiretto d'accuse; l'Idv insiste nell'attaccare il governo ed il premier, che «vogliono una riforma salva-casta», punitiva - secondo Massimo Donadi - verso la magistratura». Dall'altra parte, il capogruppo del Pdl alla Camera, che, replicando ai dipietristi, critica il Partito democratico: «Contrapponendosi frontalmente alla riforma della giustizia, Veltroni - osserva Fabrizio Cicchitto - getta la maschera e dimostra che l'alleanza elettorale con Di Pietro non è stata occasionale, ma derivata dall'intesa fra due giustizialismi strategicamente assai vicini».