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Tremonti, si taglia

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Così sottolinea subito che il governo Berlusconi non ha ereditato «nessun tesoretto, nessuna ricchezza giacente o nascosta. Da tutte le parti ci sono numeri col segno meno. E la crisi può aggravarsi». Tremonti snocciola i numeri e ricorda che nel 2007 il rapporto deficit-Pil era all'1,9% e la crescita era stimata a +1,5% mentre a giugno 2008 i dati erano già peggiorati al 2,5% e allo 0,5%. Il ministro non fa sconti e presenta il suo metodo inaugurato con l'anticipo delle misure della finanziaria. «Così si interrompe una storia negativa - afferma Tremonti - che ci ha portato ad avere il terzo debito pubblico al mondo senza essere la terza economia mondiale». La ricetta del governo è coraggiosa: ridurre il deficit non aumentando le tasse. La sicurezza resta una priorità. Nella manovra sono stati stanziati nel complesso 400 milioni di euro per il settore delle Forze dell'ordine. Nel 2009 e nel 2010 non ci sono interventi riduttivi per quanto riguarda la sanità e all'opposto è stata finanziata l'abolizione del ticket sulla diagnostica. Ma è sul federalismo fiscale che Tremonti individua la riforma indispensabile per il Paese. « L'unico obiettivo - ribadisce Tremonti - è l'avvicinamento quanto più possibile fra la cosa amministrata e la cosa tassata». Intanto il maxi-emendamento del governo al decreto legge sulla manovra prevede una nuova sforbiciata per i ministeri di 300 milioni per il 2009, che salgono a 400 nel 2010 e nel 2011. L'opposizione è sul piede di guerra e mette nel mirino proprio il maxi-emendamento. «L'Aula non conosce il testo su cui si intende porre la fiducia. E allora che discussione generale facciamo? Sarà solo un dibattito accademico, senza avere la minima conoscenza delle cose introdotte. Come si procede così?», dice Michele Ventura del Pd. Durissimo Fabio Evangelisti dell'Idv: «Dire che sia una vergogna è poco. Siamo davanti all'ennesima prevaricazione del governo sul Parlamento. Ed è una vergogna». Le critiche giungono anche dai comuni. «Abbiamo ribadito il parere negativo dell'Anci sulla manovra - afferma il presidente Leonardo Domenici - e l'insostenibilità dei tagli per 1,6 miliardi a carico dei comuni». Ma c'è poco da scherzare. La stima contenuta nel rapporto Isae indica al 2,4% il rapporto deficit/Pil nel 2008, un decimo in meno rispetto alla previsione governativa. Non solo. Il Fondo Monetario Internazionale rivede al rialzo le stime di crescita per l'Italia: sia nel 2008 che nel 2009 il Pil italiano segnerà un incremento dello 0,5%. Molto meno della crescita mondiale stimata al 4,1% per il 2008 e al 3,9% nel 2009. A preoccupare il Fondo è soprattutto l'inflazione: «Nei Paesi sviluppati - si legge nel documento - l'incremento del costo della vita è stimato al 3,4% quest'anno e al 2,3% il prossimo, quando dovrebbe far sentire i suoi effetti la frenata dei consumi». La sintesi migliore è contenuta in una battuta di Berlusconi: «Il ruolo di Tremonti non è certo facile, anche con me a volte lui ha l'atteggiamento di chi si ritiene un genio e pensa che gli altri siano tutti pirla. Ma è un amico alle prese con un lavoro complesso».

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