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Impronte per tutti

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Tra due anni, infatti, la carta d'identita di tutti i cittadini italiani (che sarà valida per 10 anni), dovrà essere corredata, oltre che dalla fotografia, dalle impronte digitali. In realtà non si tratta proprio di una novità visto che, già oggi, sulle sole carte d'identità elettroniche, viene presa l'impronta di un dito (genericamente l'indice) per ciascuna mano. Tra l'altro, fa notare il deputato del Pd Giulio Calvisi (che con il collega Antonio Misiani ha votato a favore della misura), anche l'Europa sta andando nella stessa direzione. E forse oltre visto che esiste un trattato europeo del 2005, già operante in quasi tutti i Paesi Ue, che obbliga gli Stati membri a dotarsi di una banca dati del Dna. Il che renderebbe assolutamente inutile la raccolta delle impronte. Poco importa. Il provvedimento appena approvato soddisfa, per una volta, maggioranza e opposizione. Anche se non mancano le polemiche. I promotori dell'emendamento Marco Marsilio, Fabio Rampelli e Massimo Corsaro (Pdl-An), rivendicano l'ottimo risultato raggiunto che ha permesso di «spazzare via la strumentale e demagogica polemica contro il governo in merito alla vicenda delle impronte ai minori nomadi». E criticano il Pd che con un tentativo «quantomeno patetico» prova ad attribuirsi la paternità della proposta. E mentre i deputati si punzecchiano, il segretario dei Democratici Walter Veltroni litiga con il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Per Veltroni, ora che tutti dovranno dare le proprie impronte, «bisogna sospendere la misura per i rom». Ma per il ministro leghista non c'è alcun nesso. «Perché dovremmo ritirarla? - domanda Maroni - Bisogna leggere i documenti. La nostra è un'ordinanza che riguarda i censimenti nei campi nomadi e non contro i rom. E prevede che i censimenti si facciano attraverso rilievi fotosegnaletici, tra cui le impronte digitali». «Veltroni si vada a rileggere il patto per la sicurezza a Milano che Amato ha firmato durante il governo Prodi - aggiunge -. Lì si parlava di "emergenza rom", lì era discriminazione etnica e noi l'abbiamo corretta. Deve avere perciò la decenza di rimanere zitto e l'onestà di chiedere scusa». «Probabilmente la sinistra ha un nervo scoperto - conclude - perché a Roma, ma anche in altre città, l'indecenza dei campi rom è stata da loro tollerata. Solo a Roma ci sono almento 7.000 minori nei campi rom abusivi, di loro vanno a scuola meno di mille. Cosa ha fatto il sindaco Veltroni per mandarli a scuola?». In ogni caso Maroni è soddisfatto della misura approvata dal Parlamento che «conferma che è la strada giusta». E mentre Pier Ferdinando Casini commenta soddisfatto («un'altra delle nostre proposte è stata finalmente accettata in quanto sarebbe stato razzista e dicriminatorio prendere le impronte solo ai rom»), Antonio Di Pietro attacca: «È una proposta scioccante e provocatoria per attenuare altre scelte razziste e xenofobe fatte dal governo». E mentre le polemiche continuano, l'Aula di Montecitorio ha approvato il decreto sicurezza che ora tornerà al Senato. Il governo, insomma, procede.

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