Il presidente Ottaviano Del Turco, il segretario generale ...
Il Gip inquadra anche la posizione di Lamberto Quarta, «appositamente nominato dal 19 ottobre 2006 segretario della presidenza della Giunta, ma sin dal giugno 2005 operando di fatto quale componente aggiunto della giunta regionale, preposto a curare gli interessi illeciti del sodalizio ciriminoso e a dirigere, di fatto, l'assessorato alla sanità affidato a Bernardo Mazzocca, nonchè ad asservire l'operato dei funzionari della Direzione sanità e delle Asl». Il Gip ancora su del Turco: «Manteneva e aggravava le condizioni di arbitrio e di incertezza nell'applicazione delle regole, ponendo in essere le premesse necessarie per degradare tutti i titolari delle case di cura in condizioni di sudditanza in modo da pretendere e ottenere, quantomeno da Angelini, promesse e consegne ripetute di ingenti somme di danaro». L'assessore alla sanità Bernardo Mazzocca (ai domiciliari), secondo quanto riferito dal procuratore Trifuoggi, non ha preso danaro, ma avrebbe ugualmente concusso Angelini chiedendogli o imponendogli l'assunzione di varie persone nella clinica Villa Pini. E lo stesso Mazzocca avrebbe partecipato a vari incontri tanto che lo stesso Angelini in un verbale accluso all'ordinanza del Gip cosi definisce l'assessore: «Del Turco è il fucile, Mazzocca il puntale su cui poggiarlo». Ed ecco lo stralcio del presunto coinvolgimento dei principali personaggi così come riferito dall'imprenditore della sanità: «Tutte le volte che ho parlato con Bernardo Mazzocca in presenza di Camillo Cesarone e di Lamberto Quarta suonando sempre le disperate musiche che ho suonato con del Turco, la risposta finale era: "Va bene, mò ne parliamo con il presidente». Un quadro che definirebbe una complicità assoluta tra i quattro. Un altro passo dell'ordinanza del Gip costituisce un formidabile elemento per l'accusa ed è il racconto di Angelini sulle reazioni di Del Turco al momento di ricevere le presunte tangenti: «Non mi faceva nessuna domanda del tipo "Perchè me li dai?", "Chi ti ha detto di darmeli?" Ma dai, non fare così". Li ha presi e messi...». Sempre nell'ordinanza del Gip la deposizione di Vincenzo Angelini su una delle visite a Collelongo per portare mazzette. Alla domanda dei giudici se il governatore controllava il pacchetto, l'imprenditore ha risposto: «No, quindi evidentemente sapeva. È chiaro che se un pacchetto è così, vuol dire che sono più di 100mila euro». C'è poi la storia dei soldi che dovevano servire a Del Turco per far migrare otto senatori dello Sdi di Boselli in Alleanza riformista poi confluita, assieme a Del Turco nel Pd. È Cesarone, ex dipendente di Angelini, diventato poi consigliere regionale e poi capogruppo del Pd, a chiedere ad Angelini che al governatore servivano dei soldi per questa operazione, peraltro inesistente perchè a quell'epoca lo Sdi non aveva senatori. A tal proposito, si legge nell'ordinanza quanto riferito dal titolare di Villa Pini sulla richiesta avanzatagli da Cesarone: «Ottaviano è incazzato perchè tu non ti sei fatto più vivo. Lui c'ha un sacco di spese per questa faccenda della corrente». Ancora Angelini: «Riesce questa storia che Del Turco doveva inserire parte dello Sdi nel Pd e quest'altra passeggiata a Collelongo mi costa altri 100mila euro». Ed ecco l'altro nitido racconto di una delle visite al paese di del Turco il 2 novembre 2007. Dopo la riscossione della mazzetta il governatore disse ad Angelini: «Mò in questa busta ci metto un po' di mele». Insomma nell'ordinazna del Gip risuona la frase che l'elargitore di mazzette si sentiva ripetere a più riprese come un ritornello: «Vai da Ottaviano». A questo e altro Del Turco dovrà replicare oggi a meno non scelga la strada del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Fra. Dim.