Caccia al tesoro
Ma dove sono finiti? A parte le "briciole", come i 110mila euro trovati dalla Finanza in una valigetta posata sul sedile della fiammante Porsche Cayenne dell'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, finito in carcere con il governatore Ottaviano Del Turco, due assessori (Mazzocca e Boschetti), al capogruppo del Pd Camillo Cesarone e al segretario della presidenza Lamberto Quarta, delle più sostanziose mazzette nessuna traccia concreta. Dazioni in varie tranche, da 200mila euro fino al milione, distribuite da Angelini con modalità diverse. Per i pagamenti più consistenti utilizzava un giaccone di pelle dalle tasche capienti. Procura e Guardia di Finanza stanno lavorando per chiudere il cerchio. Già aperte, ma senza alcun esito, alcune cassette di sicurezza. Altri accertamenti sono da effettuare. E stamane alle 11 Del Turco, nel carcere di Sulmona dove è in isolamento da lunedì, si troverà davanti, oltre al Gip Maria Michela Di Fine e ai magistrati Trifuoggi, Bellelli e Di Florio, una presenza virtuale, quella di Angelini, che nel corso degli interrogatori resi in Procura nei mesi scorsi, ha riempito un centinaio di pagine di dichiarazioni che inchioderebbeo il governatore d'Abruzzo. Per difendersi Del Turco dovrà smentire, ad esempio, l'accurata ricostruzione fatta da Angelini quando il 2 novembre scorso si recò a Collelongo nell'abitazione del governatore con una mazzetta di 200mila euro che andava ad aggiungersi ad altre precedenti presunte dazioni. Visita documentata con i fotogrammi di un telefonino azionato da un dipendente dell'imprenditore che poi ha sottoscritto una dichiarazione sui fatti cui aveva assistito. Ma del momento specifico del passaggio materiale di danaro non c'è prova. Quindi sono le parole, già verbalizzate, di Angelini contro quelle di Del Turco. E se è vero che l'imprenditore della sanità ha elargito davvero tante tangenti, quella "barca di soldi" da qualche parte deve essere approdata. Per questo si è scavato e si sta scavando anche all'estero. Oltre a Del Turco stamane saranno interrogati Cesarone e l'assessore Boschetti. Domani toccherà a Conga, Quarta e Gianluca Zelli, ex dipendentete di Angelini e già amministratiore della società Humagest, creata da Angelini, che ha speso, per promuovere una moto da competizione, ben 20 milioni di euro. Una spesa esagerata. A tal proposito Trifuoggi allarga le braccia: «Di questa somma non abbiamo portuto trovare traccia perchè si è perduta in mille rivoli all'estero». A caccia invece dei 12 milioni di euro che sarebbero stati elargiti a più riprese a vari esponenti poltici tra cui Del Turco. Ma perchè un imprenditore dichiara di aver pagato tangenti, di essere stato concusso se ciò non è avvenuto? Per vendetta contro i politici che non lo avrebbero accontentato? Ma di favori, secondo la Procura, Angelini, che è indagato comunque a piede libero, ne avrebbe ricevuti tanti con accreditamenti di posti letto più consistenti rispetto ad altre case di cura.