Calderoli fa il «pontiere» Prima le riforme istituzionali
Alcuni salgono sul palco della residenza di Ripetta con l'intento di replicare a qualche attacco che hanno appena ricevuto, altri per delineare la possibilità di nuove alleanze elettorali. Ma, alla fine, il dato sintetico è uno: bisogna ricominciare a parlarsi. Il più deciso è il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. È da un po' di giorni che il Carroccio prova a riallacciare il filo del dialogo. Umberto Bossi lo ha indicato come uno dei suoi compiti principali e Calderoli non è da meno. «Dall'inizio della legislatura - sottolinea - sono orgoglioso per aver tenuto aperto il dialogo con chiunque perché credo che ciascuno possa dare il suo contributo». Il ministro per la Semplificazione spiega che a breve presenterà la riforma sul federalismo fiscale e «chiederò l'ennesimo confronto con tutti». Poi fa una proposta di metodo: «La bozza Violante ha tanti punti ancora aperti sui quali aprire un confronto mentre la legge elettorale mi appassiona meno rispetto ad altre volte e penso che sceglierla oggi rischi di ingessare le riforme costituzionali perché un eventuale scontro non aiuta». Insomma, per Calderoli l'ordine delle priorità è chiaro: prima le riforme costituzionali poi la legge elettorale. E non è escluso che questa idea possa fare breccia tra i partiti visto che, sul sistema elettorale, le differenze rimangono abissali. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, ad esempio, boccia inesorabilmente il «tedesco». «Noi non vogliamo fare governi consociativi - incalza - e vogliamo che la rappresentanza sia scelta dal popolo che deve decidere il leader di governo e la maggioranza. Non credo che il sistema tedesco possa consentire l'alternanza». Ma non è una chiusura al dialogo: «Possiamo ragionare sul sistema spagnolo oppure su correzioni alla bozza D'Alimonte perché la scelta fondamentale deve essere il bipolarismo e non il bipartitismo». Le parole di Cicchitto non fanno ovviamente piacere a Pier Ferdinando Casini, tifoso sfegatato del «tedesco». «Da Cicchitto è arrivata una chiusura non al 99 ma al 120%. Se la maggioranza è contraria al sistema tedesco, quella di oggi è una discussione accademica» attacca il leader dell'Udc che però ha già detto di essere disponibile al confronto. Lungo questa strada incontrerà sicuramente Enrico Letta secondo cui «la riflessione sulle riforme serve a cementare solidarietà politiche nuove». «Con Casini - spiega l'esponente del Pd - c'è un confronto che avrà sicuramente risvolti politici, che credo e spero saranno positivi». Letta nutre qualche dubbio sulla possibilità che si possa riaprire una stagione costituente ma insiste: «Noi dobbiamo dire subito che le riforme sono necessarie e non avere un atteggiamento aventinistico rispetto alla volontà del governo». Chiude la carrellata Francesco Rutelli che giudica positivamente la piattaforma messa in campo e se la prende piuttosto con i referendari (tra cui spicca il leader dell'Idv Antonio Di Pietro) che hanno creato «tensioni politiche e preoccupazioni». E tanti saluti a Walter Veltroni.