Manovra, via libera a Roma Capitale

Proteste da parte dell'Italia dei Valori: «O i soldi - si lamenta il deputato dell'Idv Antonio Borghesi - si davano a tutti o a nessuno. E poi perchè la Lega ha votato? È passata da Roma ladrona a Roma capitale. Siamo passati dalle leggi ad personam ai regali ad personam». Restano per ora in stand-by, invece, le misure che riguardano i tagli ai ministeri e alle amministrazioni locali (gli articoli 60 e 60 bis): governo e maggioranza, secondo quanto riferito da alcuni deputati del Pdl, hanno concordato di far slittare l'esame di queste norme a oggi in modo da avere tempo per riscrivere, almeno in parte, gli emendamenti cercando di ammorbidire alcuni dei tagli che colpiscono i comuni. Ok anche alle norme che riguardano le spese di personale per gli enti locali (articolo 78 e articolo 76). Gli annunciati tagli alle risorse in dotazione ai ministeri incaricati dell'ordine pubblico rischiano di rendere vano l'obiettivo di garantire un maggior livello di sicurezza agli italiani. Un tema caldo su cui hanno fatto sentire la loro voce anche i sindacati di polizia. «I 300 milioni stanziati per la sicurezza nell'emendamento alla manovra finanziaria sono soltanto una «soluzione di facciata» ha denunciato il segretario del Silp-Cgil Claudio Giardullo sottolineando che il fondo «consente spese di carattere temporaneo e non strutturale». In campo anche il Sap che ha chiesto al Governo, di dare «due segnali forti e immediati: tornare indietro sui previsti 800 milioni di tagli al bilancio del Viminale e mettere sul piatto risorse pesanti per la specificità delle forze dell'ordine, per il contratto e per le assunzioni». Sono «condizioni irrinunciabili - conclude il Sap - in assenza delle quali la mobilitazione di tutto il comparto sicurezza e difesa sarà sempre più forte». La discussione sul testo del decreto fiscale partita nelle Commissione Bilancio e Finanze della Camera dei Deputati con circa mezz'ora di ritardo sulla tabella di marcia si è arenata sull'articolo 60 del provvedimento. Si tratta di un nodo assai delicato perché le misure in questione riguardano proprio i tagli alla spesa dei ministeri. Così come è delicato l'articolo successivo (il 60-bis) che propone l'abolizione del ticket sanitario sulla diagnostica ma prevede al contempo una stretta sulle amministrazioni locali, a partire dal taglio del 20% dei compensi dei sindaci. Una norma questa su cui è intervenuto il segretario nazionale e capogruppo in Campidoglio de La Destra Francesco Storace che in una nota ha spiegato: «Se è vero che il Parlamento ha deciso un altro taglio del 20 per cento dei gettoni di presenza degli eletti negli enti locali, proporrò ai consiglieri comunali di Roma di rinunciare totalmente alla miseria. È un incitamento al raggiro la somma di 1200 euro al mese per amministrare la capitale d'Italia. È molto più dignitoso farlo gratis. Altro che riforma».