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Fabrizio dell'Orefice [email protected] «Per Roma è ...

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«Spiegheremo i nostri provvedimenti e risponderemo agli insulti». Ministro, partiamo da Roma. Sarà firmato un nuovo patto per la sicurezza? «Quello che venne siglato aveva diverse lacune. Molte ci sono state segnalate dal sindaco Alemanno e per cui le abbiamo recepite. In aggiunta prevediamo l'utilizzo dei militari». A Roma per esempio dove? «Nella zona dove è stata uccisa la signora Reggiani». A Tor di Quinto? «Esatto. Lì ci sarà un sistema di videosorveglianza ma sarà operativo solo da settembre. Nel frattempo pattuglie miste di militari e forze di polizia potranno agire in zona. Ma ripeto, il provvedimento sarà complessivo. Non saranno piccole iniziative, ma in generale una nuova intesa». Con Alemanno ora collabora di nuovo? «Non abbiamo mai smesso». Be', qualche incomprensione c'è stata. «Molto gonfiata dai giornali». Diciamo che c'è stata qualche sua invasione di campo. «Sua di chi? Di lui, di Alemanno? Guardi, non è una novità». In che senso? «Quando eravamo tutt'e due ministri nello scorso governo Berlusconi una volta abbiamo litigato in maniera dura. Poi lui mi ha regalato una bottiglia di Brunello di Montalcino d'annata che ancora conservo in ufficio». Ma lei beve vino? «Soprattutto prosecco. Per cui appena firmeremo questo nuovo patto faremo un bel brindisi». Anche con il prefetto Mosca è tutto chiarito? «Ma certo, non ci sono mai stati dissidi». Sull'operazione impronte però sì. «Ecco, vede. Non è un'operazione impronte, ma un'operazione censimento. Abbiamo il dovere di intervenire». Anche se il Parlamento europeo non è d'accordo. «Quella dell'altro giorno mi è sembrata una decisione a dir poco grottesca. La sinistra europea fa opposizione a un provvedimento che tende ad aggiustare i guasti che ci ha lasciato il governo Prodi. Mi pare davvero una cosa incredibile. Sono professionsiti dell'antirazzismo che vanno anche contro quello che ha stabilito la commissione europea. Comunque, a tutti dico e continuerò a dire di leggere bene l'ordinanza». Ministro, anche l'Unicef però ha aspramente criticato il provvedimento. «Ecco, ha fatto proprio l'esempio giusto. L'Unicef ha usato parole pesanti, poi il presidente mi ha spiegato che aveva letto male l'ordinanza. Ci vedremo mercoledì e studieremo assieme come collaborare nel piano per la scolarizzazione dei bambini. Andiamo avanti, il censimento finirà il 15 ottobre e vedrà che, strada facendo, in tanti rivedranno la loro posizione. Resta adesso la Comunità di Sant'Egidio». Anche l'Onu di Trastevere, come viene chiamata, è stata critica? «Giovedì sarò proprio nella loro sede per un incontro con il ministro dell'Interno romeno, con il quale, peraltro, ho un ottimo rapporto. Sarà l'occasione per spiegare anche in quella sede i termini del provvedimento che, ci tengo a ribadirlo, non è sui rom bensì sui nomadi». L'obiettivo rimane quello di abolire i campi? «L'obiettivo è porre fine a quei campi che sono uno sconcio. Siamo favorevoli a quelli autorizzati, controllati e dove si vive in modo decoroso. Quindi la nostra azione ha tre fasi: eliminare i campi abisivi, realizzare delle strutture decenti e il piano di scolarizzazione». A un mese e mezzo dal primo via al pacchetto sicurezza qual è il suo bilancio? «La novità più consistente sono stati i maggiori poteri dati ai sindaci, che tra laltro hanno molto apprezzato e sostenuto la novità. Ora dobbiamo attendere che vada in porto l'intero complesso delle norme, dal primo agosto contiamo di far partire tutto». Il comparto però si avvia alla mobilitazione proprio nel momento in cui si chiede un maggiore sforzo. «La definizione del comparto sicurezza è un obiettivo di legislatura che certamente porteremo a termine. Stiamo procedendo, ci sarà un cambiamento profondo. Poi anche la struttura del ministero dovrà cambiare». Cambiare? «Certo, ma per ora non posso anticipare nulla. Posso dirle che stiamo lavorando alla riorganizzazione della struttura che sarà maggiormente orientata a garantire sicurezza». Saranno anche abolite o accorpate le prefetture? «Non posso escludere nulla. Di certo ci sarà anche una nuova organizzazione sul territorio il cui fine ultimo sarà un'Italia più sicura».

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