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E il berluschino Del Tenno salvò le piccole coop

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Capita così che è già notte quando Del Tenno piazza l'emendamentino al decreto fiscale che segna una piccola rivoluzione. In pratica si sta discutendo dell'aumento dell'addizione a carico delle cooperative dal 12 al 20%: è una vecchia battaglia di Tremonti ovviamente osteggiata dal centrosinistra. Dunque è sera quando il neoparlamentare del Pdl si batte per la sua richiesta di modifica che esclude tutte le piccole e le micro imprese, in pratica quelle fino a 50 soci o con meno di dieci milioni di fatturato all'anno. È una piccola rivoluzione perché in quella categoria rientrano soprattutto le cooperative della catena alimentare che in questa fase soffrirebbero non poco dall'aumento di quella addizionale. D'accordo dichiara subito il relatore del provvedimentgo, Giorgio Jannone, un fedelissimo di Tremonti. E anche il sottosegretario all'Economia, in quel momento il rappresentante del governo, dà l'ok. Maurizio Fugatti, che invece è un marpione alla sua seconda legislatura, l'uomo della Lega sulla materia fiscale, fiuta il sucesso e ci si lancia a pesce sottoscrivendo il provvedimento. Non è un caso. Del Tenno è della Valtellina, Fugatti viene dal Trentino, non lntano dalla Val di Non: valli di mele, valli agricole, valli di cooperative. L'inedita alleanza va a segno, uno dei pochi emendamenti non del governo che riescono a passare. Sicuramente l'unico di un esordiente visto che a fare manbassa nel dibattito sono i più esperti Armosino (che l'altra volta era al governo), Tabacci, Giudice o Boccia, anche lui di prima nomina parlamentare, anche se va conteggiata anche la precedente esperienza come capo del dipartimento economico di Palazzo Chigi e qnche quella di «risanatore» del disastrato comune di Taranto. Ora la battaglia si sposta a stasera. Fischio di inizio alle 18 a Montecitorio. Lo scontro sarà soprattutto sui servizi pubblico locali visto che il governo ha presentato un emendamento con il quale spinge fortemente la liberalizzazione. A tal punto che ha suscitato l'irritazione della Lega. Irritazione che ha toccato anche il presidente della commissione Bilancio, il leghista Giancarlo Giorgetti, che del ministro dell'Economia può considerarsi un fedelissimo. Il punto sul quale insiste il Carroccio è che spera di poter arrivare alla divisione tra reti e aziende. L'obiettivo è quello di mantenere la pubblicità delle prime mentre arrivare a mettere sul mercato le seconde. Altro risultato che il partito di Bossi spera di portare a casa è un differimento dei tempi. L'attuale testo dell'esecutivo infatti prevede di fatto che le gare debbano partire entro la fine dell'anno, il partito di Bossi vorrebbe far slittare la data alla fine del 2009. Si vedrà, di certo anche quella che sta per sopraggiungere sarà una notte di sorprese. E gli «anziani» staranno più attenti ai pivelli.

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