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«Basta occuparsi dei temi dettati da Berlusconi! Stare solo ...

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A cento giorni dalla sconfitta elettorale a Roma, Francesco Rutelli, irrompe di nuovo sulla scena politica, riunisce i suoi "coraggiosi" per una due giorni di dibattito a Montecatini e dà il suo «schiaffo» a Veltroni chiedendo una «discontinuita» per portare i democratici fuori dal guado. L'ex vicepremier parla più di un'ora e mezza e non manca di togliersi qualche sassolino dalla scarpa specificando che ha accettato la candidatura per la Capitale («non avevo in testa di farlo») per «senso di lealtà», e ora «se qualcuno vuole rovesciare i fatti sappia che avrà pane per i suoi denti». Le elezioni al Campidoglio, comunque, sono storia e ora Rutelli vuole tornare a far pesare la sua linea per «sfondare al centro», all'interno del Pd. Un partito che, a suo avviso, deve tenere la barra dritta su quello che è stato il leit motiv al momento della sua nascita: alleanze solo su base programmatica. «La coalizione larga del governo Prodi ha fallito - scandisce - e dopo tre mesi è già in crisi la coalizione più breve di questo quindicennio: il rapporto con l'Idv è già entrato in difficoltà. Il compito del Pd è riformulare alleanze perchè siano durature e non alleanze elettorali delle quali ci si debba pentire dopo tre mesi». È chiaro che il pensiero è per l'Udc. E tra i «rutelliani» c'è già chi scalpita, come Renzo Lusetti che butta lì: «Perché non proviamo a Bologna ad allearci con l'Udc?» I centristi, per la verità non chiudono la porta dicendosi disponibili a valutare caso per caso a livello locale anche se giudicano «prematuro» un accordo a tutto campo. Il canale è comunque aperto, anche se Rutelli fa sapere che «prima si definisce il nuovo conio e poi si definiscono le alleanze». E indica i quattro punti cardinali che il Pd dovrà tenere nel suo percorso: ambiente, sicurezza, economia e welfare. Tra i punti all'ordine del giorno per aprire un dialogo con il Pd ci sono anche quelli delle riforme e della legge elettorale. Un primo segnale in questo senso ci sarà lunedì dal dibattito su riforme e legge elettorale organizzato da Astrid, Glocus (il think thank di Linda Lanzillotta che ha promosso il convegno dei «coraggiosi») e Italianieurope, tutti, guarda caso, «tifosi» del tedesco. Sempre dopodomani ci sarà un'altro importante appuntamento per i «coraggiosi», la riunione del gruppo parlamentare che deve decidere l'atteggiamento da tenere nel voto sul decreto sicurezza. E sembrerebbero tentati dall'astensione. «Ci vuole un dibattito nel Pd - chiede Pierluigi Mantini da Montecatini - e io personalmente sono per il voto favorevole su alcuni punti e l'astensione sul provvedimento».

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