Di Pietro resta solo. Veltroni: "O noi o Grillo"
Così il vicepresidente dei deputati del Pd Marina Sereni non ci pensa due volte a puntare il dito contro Di Pietro che ha fatto una manifestazione «più contro il Pd e il presidente Napolitano che contro Berlusconi». La bocciatura definitiva arriva nel pomerigio dallo stesso Veltroni: «La manifestazione è stata il più bel regalo che Berlusconi si potesse aspettare. Una sinistra riformista non va in una piazza nella quale si ascoltano follie come gli attacchi al Quirinale, gli attacchi al Papa... Spesso portati da persone che dovrebbero mostrare il proprio curriculum di impegno civile prima di dare lezioni». E aggiunge: «Sembrava che la sceneggiatura l'avesse scritta Berlusconi». Poi lancia l'ultimatum a Di Pietro: «Decida se stare con noi, in un'area riformista e prenda l'impegno conseguente o se stare con Grillo e Travaglio». Poi, sull'accordo con l'Idv, dice: «In quel momento fu giusto. Abbiamo aiutato il Parlamento a non essere frammentato». Ma al di là delle dichiarazioni è stata la linea assunta dal Pd durante la votazione del lodo Alfano nelle commissioni della Camera, a parlare chiaro. Il Partito democratico ha sì votato contro il blocca- processi ma non ha usato lo strumento dell'ostruzionismo per rallentare i lavori. Tant'è che il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia, Enrico Costa, ha riconosciuto che «da parte dell'opposizione il clima è stato di grande concretezza e confronto». Non solo. Sono stati presentati dall'opposizione 280 emendamenti ma secondo gli esperti del regolamento della Camera, solo 22 del Pd dovrebbero essere soggetti a votazione. Insomma non ci sarà ostruzionismo nemmeno in Aula. Nella discussione di oggi in Aula che dovrebbe concludersi con il voto in serata, il Pd ha iscritto a parlare una trentina di deputati e tutti cominceranno leggendo uno stesso breve testo in cui viene ribadito che «l'unica cosa che interessa alla maggioranza è garantire l'impunità al presidente del Consiglio». Malesseri sono emersi anche nell'Udc con 15 deputati che erano per l'astensione e 14 per il «no». Tuttavia, tutti hanno accettato poi il principio della disciplina di gruppo. Quindi oggi l'Udc si asterrà. Casini spiega: «Il ddl Alfano è solo un rattoppo, tuttavia il danno è ridotto perchè così almeno i processi non vengono bloccati».