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Calo nelle vendite di caffè E ora Riccardo Illy chiede i danni ad An

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E Sabina Guzzanti? Chissà, magari si darebbe fuoco davanti a piazza San Pietro. E Pancho Pardi? Protesterebbe contro il regime avanzante e strisciante mentre Marco Travaglio scriverebbe parole infuocate sulla censura in arrivo. Ebbene, sappiano lor signori che c'è chi lo ha fatto davvero. Ma il Cavaliere non c'entra niente: si tratta di un esponente di centrosinistra. L'ex governatore del Friuli, Riccardo Illy, nonché azionista di una delle più grandi aziende produttrici di caffè del mondo, ha infatti chiesto i danni alla sua opposizione politica perché, con i suoi attacchi, ha causato un calo nelle vendite. Il fatto è molto semplice e comincia nello scorso marzo. Siamo in piena campagna elettorale, in Friuli si vota anche per le Regionali. Il segretario del gruppo regionale di An, Sergio Dressi, apre un sito internet per prendere in giro il presidente della Regione e spiegarne le malefatte. Il sito viene registrato come illyflop.com. Uno dopo l'altro vengono elencati i fallimenti politici del governatore friulano, almeno secondo il centrodestra. Illy non ci sta. Ritiene le accuse diffamatorie, protesta e rileva che non ha dato il consenso all'utilizzo del proprio nome (necessario se lo si vuole usare in un dominio internet). Per questo chiede l'oscuramento. Il giudice gli dà ragione anche perché il sito internet dell'azienda ha un nome molto simile: illycaffè.com. A questo punto, però, Illy chiede, per la sua società, i danni «derivanti dalla perdita di prestigio commerciale, nonché dalla lesione dell'immagine commerciale. Al riguardo - si legge nell'atto di citazione - è sintomatico che, nel mese di marzo 2008, subito dopo la pubblicazione del blog "illyflop", si sia verificata una significativa contrazione della vendita dei prodotti Illycaffè sia in Italia che all'estero per circa 180 tonnellate di caffè». Non solo, il governatore chiede anche i danni per se stesso. Danni, continua il documento, «derivanti dalla lesione del diritto al nome, protetto costituzionalmente, nonché dalla lesione della reputazione e dell'immagine dello stesso». Di qui si invita il giudice «a cancellare la registrazione del sito internet individuabile con il nome a dominio "illyflop.net" ed ad astenersi dall'utilizzare in qualsiasi modo il dominio, l'omonimo logo su internet, confermando in tal modo il provvedimento del giudice della fase cautelare». Infine si quantifica il tutto in 450mila euro, che il partito di Gianfranco Fini dovrà sborsare al più presto. E forse è già troppo che non abbia chiesto anche la restituzione dei voti con i quali i friuliani non l'hanno rieletto.

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