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Stop al blocca processi, si dialoga

Giustizia

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Di fatto per il centrodestra si tratta di un'inversione di marcia rispetto alla scorsa settimana, quando il premier sembrava prepararsi allo scontro finale con i magistrati. Il primo segnale è arrivato dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera, che hanno deciso di accantonare la norma «blocca processi» contenuta nel decreto sicurezza. Ufficialmente la decisione era dovuta al fatto che si voleva attendere la riunione della conferenza dei capigruppo. L'accantonamento non riguarderà tutto il provvedimento sulla sicurezza ma solo la parte che riguarda le nuove priorità dei processi. Lo stop tuttavia è propedeutico a un'altra operazione politica. Ovvero all'arrivo in Parlamento del lodo Alfano, il disegno di legge che sospende i procedimenti giudidiziari per le principali quattro cariche dello Stato, per il quale il governo ha chiesto la corsia preferenziale. Chiesta e ottenuta perché in serata i presidenti dei gruppi parlamentari hanno deciso di mandare avanti il lodo già da domani e di portarlo al voto per giovedì (quando tra l'altro Berlusconi rientrerà in Italia dal G8). Dunque si tratta di uno scambio: via la blocca processi, osteggiata in ogni modo dall'opposizione e che quindi verrebbe stralciata, e avanti con la tutela alle quattro maggiori cariche dello Stato sulla quale invece il Pd, non ha pregiudizialmente chiuso. L'eventuale stralcio, regolamento alla mano, potrebbe avvenire come una richiesta di decadenza dell'articolo da parte del relatore in aula: se questa sarà la strada seguita lo si capirà tuttavia non prima di domani. In caso di decadenza dell'articolo, il testo del decreto dovrebbe tornare all'esame del Senato per il voto definitivo dopo la modifica apportata dalla Camera. Nicolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha commentato in maniera inequivocabile: per lui l'eventuale scambio sarebbe «scellerato». «La blocca processi è a tutela di tutti i cittadini, - ha spiegato Ghedini, comunque impegnato nel processo in corso a Milano a Silvio Berlusconi e a David Mills - mentre il lodo fà sì che le alte cariche non debbano soggiacere a continui processi». «Auspico come difensore - ha continuato Ghedini - che il processo vada avanti, anche se dovessero essere approvate queste norme». Ora i problemi maggiori sono nell'opposizione. Il Pd è attestato sulla linea indicata dalla capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, la quale ha spiegato che il lodo si può fare ma solo con legge costituzionale, quindi con doppio passaggio nelle due Camere. Discorso diverso invece è l'Udc, che con Pier Ferdinando Casini, che ha detto: «È necessario trovare un'intesa, il dialogo non può essere spezzato, perché gli italiani sono preoccupati per ben altre questioni come il costo della vita che aumenta a dismisura». «Non si può perdere tempo - ha spiegato Casini - in questa legislatura in una guerra atomica sulla giustizia. Se per la maggioranza la priorità (e noi siamo contrari a questa priorità ma ne dobbiamo prendere atto), è quella di un "lodo Alfano" che blocchi i processi per le alte cariche dello Stato, lo mettano all'ordine del giorno, vengano in Parlamento, si affronti questo problema, ma evitiamo di bloccare 100 mila processi per bloccarne uno». Comunque, il dato polito di ieri è chiaro: il dialogo è ripreso. Maggiorana e opposizione hanno smesso di tirarsi colpi di arma da fuoco addosso.  

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