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«Non c'è alcuna traccia di Berlusconi nei conti di Mills»

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Tutto ciò serve alle difese per cercare di smontare l'ipotesi dell'accusa, secondo la quale Mills avrebbe ricevuto 600 mila dollari per rendere dichiarazioni reticenti in due vecchi processi milanesi e che sono alla base dell'ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari a carico del premier e dello steso Mills. Mentre il professor Andrea Perini, professore associato di Diritto penale commerciale a Torino, snocciola cifre e mostra slide, l'atmosfera non può non risentire della polemica sui recenti provvedimenti in tema di giustizia dell'Esecutivo e degli scenari che si stanno delineando. Ed è per questo che, in una pausa dell'udienza, uno dei legali del premier, Niccolò Ghedini, definisce «uno scambio scellerato» l'idea che circola in base alla quale, se fosse ritirato l'emendamento sospendi-processi, vi sarebbe un'apertura dell'opposizione sul Lodo Alfano sulle più alte cariche dello Stato. Per Ghedini, infatti, «non c'è alcun collegamento» tra i due provvedimenti.

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