Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'autodifesa del Gran Maesto: "Noi massoni demonizzati scendiamo in campo"

default_image

  • a
  • a
  • a

[...] Sovrano, Gran Commendatore, Gran Maestro della Gran Loggia D'Italia degli Antichi - come recita l'esatta dizione - Liberi Accettati Muratori-Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico e Accettato. La seconda Obbiedienza in ordine di grandezza nazionale e la prima e unica ad accogliere ufficialmente le donne. La Massoneria, almeno rispetto alla politica, sembra aver risolto prima il problema delle quote rosa. L'ex pm di Mani Pulite, ora leader dell'Italia dei Valori, ed alleato scomodo di Walter Veltroni, moderna incarnazione di Masaniello e Robespierre, rappresenta - infatti - uno degli obiettivi della Gldi, il punto di ripartenza di una strategia di attacco «per ristabilire la verità storica e politica», tuona il Gran Maestro. Sì, ma quale verità? «Non quella che esce dai giornali, da certe inchieste. Da un immaginario collettivo che ci vede come il male assoluto, responsabili di stragi, sinonimo di qualsiasi nefandezza, dai poteri occulti alla morte di Calvi, dai Golpe ad Emanuela Orlandi, dagli apparati deviati a Licio Gelli, fino alla vendita di sommergibili atomici all'Irak». Pruneti ci riceve nella sua sede di Roma, in piazza del Gesù- Palazzo Vitelleschi. Dietro la sua scrivania, vicino alla biblioteca e il Templio, dove si svolgono i lavori rituali, campeggiano squadre e compassi, un'enorme stampa ottocentesca di Roma (Massoneria, ombelico del mondo?), un tricolore e la bandiera europea, insieme a tre quadri, emblematici del ruolo avuto dalla Massoneria nell'unità risorgimentale. Carducci, autore del famoso "Inno a Satana", Pascoli e Garibaldi, l'eroe dei Mille, Gran Maestro e artefice della "rivoluzione rosa" massonica. «Vede questo libro? È "Fratelli d'Italia" di Ferruccio Pinotti - continua il Gran Maestro - nella prefazione si dice che in ogni processo dove è finita, la Massoneria è rimasta sempre impunita. Segno che doveva essere condannata per definizione. Questo è il famoso pre-giudizio che si ha contro di noi». Gran Maestro, andiamo per ordine, la storia italiana che vi demonizza non è una novità.... «Sì, tutto è iniziato intorno al 1960, sul periodico della Cisl "Mondo Domani". Poi, negli anni Settanta, la questione della P2, che ha lasciato segni profondi; poi nel 1982 la relazione Racheli e infine queste ultime vicende legate prima alla procura di Potenza e adesso all'inchiesta "Hiram", un intreccio criminale, affaristico teso a ritardare processi, che la dice lunga sulle intenzioni della giustizia». Cioé? «Dare il nome ad un'inchiesta come Hiram, così legato alla nostra tradizione, vuol dire che si intendeva colpire un principio, non singoli uomini che hanno sbagliato». Uomini comunque massoni.... «Ecco l'accostamento, l'associazione di idee, il processo innanzitutto mediatico. Primo, quei personaggi non li conoscevamo, non c'entrano assolutamente nulla con noi, né col Grande Oriente d'Italia; secondo, se una inchiesta coinvolge ad esempio, poliziotti o sacerdoti corrotti, non si dice mai "ecco le prove del complotto mafia-chiesa o mafia-polizia". Si fa notizia unicamente se si dice mafia-massoneria, polizia-massoneria». Anche la Massoneria soffre della "sindrome anti-pm" di Berlusconi? «Noi rispettiamo la giustizia. Ma non si deve rovesciare lo Stato di diritto. Prima di una sentenza che dimostri la colpevolezza di un cittadino c'è la presunzione di innocenza; da noi purtroppo, avviene il contrario: sei colpevole subito, salvo dimostrare che non è vero. Anche le intercettazioni, al centro delle cronache degli ultimi giorni, parlano chiaro: un conto è intercettare a seguito di un reato, un conto è intercettare per trovare un reato e... poi le pubblicazioni sui giornali di questioni non attinenti ai processi, o fatti privati, sono uno scandalo. Siamo passati dalla politica-spettacolo all'avanspettacolo. Tornando a noi, siamo vittime di una risorgente vis anti-massonica». Gran Maestro, nomi e cognomi... «Giuseppe Lumia del Partito democratico ha parlato di disegno sovversivo». Antonio Di Pietro ha parlato di una massoneria bianca e di una occulta, di tante P2 in circolazione, che condizionano la vita del Paese. Accuse immeritate? Forse il pregiudizio nasce dal fatto che i vostri lavori rituali sono segreti... «Distinguiamo tra segretezza e riservatezza. La segretezza è un mito da sfatare. Le nostre sedi sono aperte, le nostre pubblicazioni a disposizione, siamo su Internet e tutti possono consultarci. Sulla riservatezza faccio appello al diritto alla privacy dei nostri associati. È giusto che un segretario di partito pubblichi gli elenchi dei propri iscritti?». Come reagirete alla vis antimassonica? «Con campagne di controinformazione. Ci siamo rivolti all'Europa per far varare un regolamento internazionale che tuteli i diritti degli associati. Poi, in Italia, intensificheremo le azioni legali contro chi ci diffama. Lo stiamo facendo nei confronti di un giornale di Livorno che ha pubblicato impunemente liste di appartenenti alla Gldi...» E Di Pietro? «Lo invitiamo a un pubblico confronto, a misurarsi con la Verità e con la nostra realtà. Dati alla mano». Qual è il suo giudizio sull'Italia attuale? «Un Paese in crisi di valori, che soffre. La globalizzazione, la Cina, l'India, il tramonto dell'Europa, stanno mettendo in discussione il concetto stesso di identità e di Tradizione italiana. La politica purtroppo non sta dando risposte... e la società e in primis, l'economia, hanno bisogno di risposte immediate». Insomma, lei ha parlato di difesa attiva della Massoneria, non si rimprovera proprio nulla? «Certo, la nostra immagine si è ossidata, dobbiamo rilanciarla specialmente all'esterno. È un problema di comunicazione». E come spiegherebbe oggi su un giornale che cos'è la Massoneria? «È l'ultimo pulpito di libertà. Da noi troppe parole, troppi valori astratti e traditi nella sostanza e nella pratica. Libertà, uguaglianza e fratellanza, ma nel senso concreto, sono ancora la base della civiltà e del progresso degli uomini».

Dai blog