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Indiscrezioni, pettegolezzi. E bufale. Il ...

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In serata poi fonti investigative fanno circolare la voce che dietro a tutta questa montatura ci sarebbe uno studente padovano di 22 anni che avrebbe voluto usare il web per fare satira politica. La trascrizione della falsa intercettazione si concludeva con una avvertenza: «questa intercettazione non esiste, è inventata, frutto della fantasia. Capito?». Ma ricostruiamo la giornata. Tutto ha inizio quando le agenzie di stampa rilanciano quanto messo in rete da Roberto D'Agostino, che sceglie subito di autocensurarsi («Non ho messo il nome del sito e non lo metterò mai, non voglio fargli pubblicità»), e non rivelare l'indirizzo del sito registrato alle Antille: «Comincerebbero a circolare on line presunte intercettazioni telefoniche avviate dalla Procura di Napoli nell'ambito del caso Berlusconi-Saccà». La registrazione sull'utenza di Confalonieri risalirebbe al 23.04.08 e sarebbe della durata di 8:49 minuti. Il testo, come dicevamo, non viene pubblicato. E poco dopo la veridicità della notizia viene smentita. «Ormai è scoppiato quello che tutti potevano immaginare. Ciò che viene fatto oggi per goliardia viene preso per vera. È talmente andata avanti questa realtà di pornocrazia, tra sesso e politica, che non si riesce più a distinguere tra il vero e falso», commenta D'Agostino, riferendo di aver ricevuto una lettera dal responsabile del sito nella quale, appunto, spiegava «che le intercettazioni sono inventate». Ma, poco prima, Niccolò Ghedini, legale del presidente del Consiglio, ha annunciato «tutte le azioni giudiziarie del caso, diffidando chiunque nel contempo a pubblicare» o a riprendere «anche parzialmente il contenuto» del testo di una presunta intercettazione di una telefonata tra il premier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. «In relazione alla pubblicazione in un sito internet di una comunicazione telefonica, asseritamente intercorsa nell'ambito di un procedimento penale fra il presidente Berlusconi e il dottor Confalonieri, si tratta con assoluta evidenza di un falso plateale completamente inventato e surrettiziamente costruito», dichiara Ghedini, aggiungendo che «Trattasi di un testo con ogni evidenza gravemente diffamatorio» e l'annuncio delle azioni giudiziarie. Ancora una manciata di minuti e le agenzie «battono» la smentita di uno dei diritti interessati: «È un falso», afferma Fedele Confalonieri in una nota, diffidando tutti gli organi di informazione a diffonderne in tutto o in parte il testo, altrimenti saranno querele. «Con riferimento alla pubblicazione via web di una presunta conversazione telefonica tra Fedele Confalonieri e Silvio Berlusconi, il presidente di Mediaset - si legge nella nota - dichiara che si tratta di un falso e di un'evidente montatura costruita per recare grave danno alla reputazione dei soggetti interessati. Fedele Confalonieri diffida quindi ogni organo di informazione alla diffusione in tutto o in parte di questa falsa telefonata la cui pubblicazione sarebbe gravemente e gratuitamente diffamatoria. Contro chi dovesse contravvenire - conclude la nota - saranno proposte tutte le azioni giudiziarie in ogni sede competente». E, per concludere, arriva la notizia (questa autentica, almeno apparentemente) che la magistratura romana sarebbe in procinto di oscurare il sito, registrato alle Antille, che ha pubblicato il testo della falsa telefonata tra Berlusconi e Confalonieri. Insomma, molto rumore per nulla. Ma l'episodio è emblematico del clima di sospetto e dell'effetto che un'intercettazione, anche se falsa, può avere nel mondo dei media e, quindi, sull'opinione pubblica.

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