Il dibattito che in questi giorni si sta riscaldando sui ...
E lo accompagna insieme con il caldo esploso in questo luglio dove la paura di un autunno di crisi si mescola con il desiderio di qualcuno di pescare nel torbido. Va detto che il pacchetto sicurezza ha rappresentato e continua a rappresentare la risposta forte di questo governo rispetto alle violente aggressioni del crimine ad una società sempre più bisognosa di sicurezza ed alla quale sempre meno risposte lo Stato ha saputo fornire in questi anni. Le proposte contenute concernono aspetti delicatissimi della capacità di risposta alle aggressioni rispetto ad ogni forma di civile convivenza. Oggi il dibattito cerca strumentalmente di far scolorire questo dato, enfatizzando unicamente l'aspetto imbarazzante di norme che potrebbero sospendere processi che vedono imputato eccellente il Premier. Questa visione è scorretta e strumentale, non fa onore a chi la ipotizza, non può e non deve formare oggetto di accorate repliche da parte della componente avversa, perché sarebbe un modo stupido di cadere in trappole dialettiche che in vero non sono utili per nessuno. E nessuno oggi mette in rilievo che questo pacchetto mira a realizzare quanto promesso in campagna elettorale in ordine al recupero della funzione preventiva e sanzionatoria dell'intervento statale. I contenuti dell'articolato mirano a realizzare interventi effettivi ed efficaci, utilizzando al meglio le risorse disponibili. Le norme mirano ad attualizzare aspetti tradizionali del precetto penale con le mutate esigenze della società. In particolare, si cerca di assicurare risposte punitive che non siano simboliche ma attuino quella funzione di adeguamento nel precetto normativo delle esigenze ed allarmi che attraversano la società. Alcuni esempi possono essere lampanti. In tema di reati colposi , è noto che il codice penale adotta un modello unico di colpa inteso come grave forma di imperizia, imprudenza o negligenza. Questo modello fa sì che il sistema unitario delineato contempli una sistemazione unitaria della risposta punitiva verso le condotte più disparate. La domanda che bisogna porsi è allora se sia ancora corretto poter considerare omicidi colposi da considerare sotto un unico profilo, tanto la colpa del merito che operando e per un errore di valutazione provoca la morte del paziente quanto quella dell'automobilista che sotto l'effetto di droga o alcol, alla guida della sua auto, uccide delle persone investendole. Il pacchetto sicurezza cerca di dare risposta a questo quesito prevedendo forme nuove ed aggravate di responsabilità. Ed allo stesso modo vanno viste quelle norme che mirano a tutelare in maniera più efficace quelle fasce deboli troppo spesso dimenticate, come gli anziani soli nelle grandi città che per una truffa di cinquecento euro possono anche suicidarsi. E sembra corretto prevedere forme di più attenta valutazione ed oculata concessione di benefici, come la concessione delle circostanze attenuanti generiche, rispetto ad una prassi invalsa di concessione automatica effettuata sempre e comunque e nei confronti di chiunque, prescindendo completamente da quel criterio di prognosi favorevole posto all'origine della nascita di questo istituto. Di queste e di altre cose che sono quelle che interessavano e interessano veramente i cittadini che votano, che aspettano delle risposte e che vorrebbero maggiore sicurezza, nessuno, dico nessuno parla (anche nel centro destra dove tutti sono impegnati ad abboccare alla trappola), in questo stitico dibattito politico di inizio estate misto di morbosità (quando usciranno queste benedette telefonate?) e livore. Con mirabile insipienza siamo tutti invece impegnati a concentrarci sulla norma così detta salva processi o blocca processi o quello che vi pare, destinata a passare alla storia come l'ennesimo tentativo del premier di non farsi processare. Orbene, al di là del fatto che tale tentativo, ove esistente, avrebbe come speculare equivalente quello altrettanto disperato di processarlo a tutti i costi, nel quale sembra che ormai qualcuno abbia deciso di dedicare la propria esistenza, non sembra che tale norma nasca così. Facciamo finta di non sapere che già il Presidente della Repubblica ha escluso che la norma nasca con il patente vizio costituzionale di norma ad personam. Diciamo semplicemente che questa norma prende atto dell'arretrato pauroso del processo penale italiano (che per Berlusconi invero ha sempre proceduto a tambur battente). La sospensione dei processi di primo grado a far data dal 30.06.2002 , non incide sulla prescrizione, non comporta alcuna rinunzia all'obbligo costituzionale di esercizio dell'azione penale. Ricordiamo invece le tante circolari del Consiglio Superiore della Magistratura che confermavano le altrettante circolari dei procuratori della Repubblica presso le allora procure circondariali che facevano decaloghi delle priorità dei reati da perseguire, visto l'arretrato. Ricordiamo che con l'unificazione delle Procure e l'entrata in vigore del Giudice Unico nel 1999, fu addirittura regolata la modalità con la quale si doveva dar priorità a questo anziché a quel reato. Ricordiamo infine che con la legge istitutiva dei Giudici Onorari Aggregati e dei Giudici Onorari di Tribunale, fu lo stesso legislatore a prevedere i processi civili a far data da un certo periodo che dovevano essere accantonati e che con lo stralcio sono stati di fatto cancellati. Noi, oggi, invece, ci avvitiamo su solite trite e ritrite questioni e denunciamo il tentativo del Premier di non farsi processare, visto che non abbiamo il coraggio di ammettere che qualcuno tenta da anni di processarlo ad ogni costo. È facile, troppo facile e poco coraggioso. Ed è molto simile a quello che dice qualcuno dell'opposizione che preferirebbe che fossero gli stessi magistrati a fare eventualmente la cernita dei reati da sospendere. Lasciamo, invece, che il legislatore faccia il legislatore e rispettiamo un po' di più la Magistratura. Denunciamo piuttosto la mancanza di coraggio di quelli che sanno che è giunto ormai il tempo di avviare una vera riflessione sul ritorno all'immunità e lasciamo perdere il sogno del Giudice Sacerdote che arrivi dove la politica non sa arrivare. Da domani si entrerà nella fase finale del lavoro della commissione su questo pacchetto. Facciamo una buona legge. Abbandoniamo queste sterili polemiche. *deputato del Pdl