Saccà torna al lavoro: «Datemi quei documenti»

«Anche negli stralci delle intercettazioni che si continuano a pubblicare non c'è nulla di rilevante», dice appena rientrato in Rai. Poi, tra un saluto e un «come va», sale nel suo ufficio al secondo piano. Neanche è arrivato e già contrattacca chiedento alla Rai «l'accesso alla documentazione e ai regolamenti interni in base ai quali è stato preparato un fascicolo con le trascrizioni di intercettazioni che erano state trasmesse dai magistrati solo in forma multimediali». Così ha spiegato il legale di Saccà, Federico Tedeschini. «Dubito - dice l'avvocato - che possano essere depositati a terzi intercettazioni che non sono funzionali al perseguimento di alcun reato». Ma quando il presidente della Rai, Claudio Petruccioli, viene a sapere del rammarico di saccà sulla diffusione dei testi, ironizza sperando che si sia «rammaricato per il fatto che quelle cose siano state dette». Un commento che di certo non piace all'avvocato del direttore di Rai Fiction: Petruccioli «con le sue dichiarazioni fa finta di non capire: il punto non è chi ha detto cosa ma l'uso che si fa, fuori del processo penale, di materiale probatorio che può essere utiizzato solo nell'ambito del processo e che solo a tal fine gli è stato inviato dai magistrati». Ove non fosse così, aggiunge Tedeschini, «ci si dovrebbe attendere invece un intervento del Consiglio superiore della magistratura in via disciplinare per violazione delle norme del codice di procedura penale sull'uso delle intercettazioni e della trascrizione delle medesime. Insomma - conclude Tedeschini - o a sbagliato la Rai o la procura: tertium non datur». Secondo la Rai, invece, è stato fatto un uso «legittimo delle intercettazioni». Non solo: l'azienda ha anche provveduto a contestare al direttore una serie di comportamenti contrari agli interessi della Rai e prevede per lui una contestazione disciplinare. Intanto lo stesso Saccà annuncia a Panorama che «su questo tema scriveròun libro». E su «Raiset» dice: «Raiset non esiste. La Mediaset non ha mai avuto tante botte come quando sono stati scelti gli uomini di Berlusconi in Rai».