Strisce blu, indaga la Corte dei Conti
Perché il Comune non si sia difeso, non abbia opposto appello davanti alla sospensiva del Tar e per quali motivi abbia deciso poi di estendere lo stop a tutta la città (salvo poi reintrodurre i grattini in zone della Capitale). Insomma, vogliono sapere e hanno aperto un fascicolo. Lo si evince da una lettera inviata nei giorni scorsi dal viceprocuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Sfrecola, all'assessore alla Mobilità del Comune di Roma, Sergio Marchi. Nella missiva si ricorda che «notizie di stampa riferiscono che, a seguito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, Sezione II, n. 218 del 25 maggio 2008, che ha annullato la delibera con la quale il Comune aveva disciplinato la sosta a pagamento nell'area Ostiense X-C, codesta Amministrazione ha deciso di sospendere l'applicazione della sosta a pagamento in tutta la Città». Quindi, «tanto premesso, in disparte ogni valutazione in merito alla pronuncia del giudice amministrativo, che codesta Amministrazione avrebbe deciso di non appellare, si richiede alla Signoria Vostra copia autentica del provvedimento di sospensione della sosta a pagamento in tutta la Città, con esplicitazione delle ragioni giuridiche che hanno consigliato la scelta, ragioni che potranno essere rese ostensive anche con riferimento ad appunti o pareri degli uffici dipendenti e sulla base dei quali è stata adottata la decisione assessoriale». La Corte dei Conti dunque chiede l'intero incartamento che ha portato alla decisione, compresi i pareri che sarebbero stati espressi dagli uffici comunali. Non solo, ma nella lettera il viceprocuratore Sfrecola chiede anche la «copia del provvedimento che ha ripristinato la sosta a pagamento nell'area del Primo Municipio». Il Campidoglio ha trenta giorni di tempo per dare risposta e consegnare l'intero incartamento. Per il momento, tuttavia, i magistrati contabili non sembrano configurare reati, si limitato a chiedere informazioni. Nel 2007 i ricavi provenienti dal pagamento delle strisce blu sono stati pari a circa 28 milioni di euro, ai quali si vanno ad aggiungere le 518mila sanzioni comminate sempre l'anno scorso che hanno fruttato altri 36 milioni di euro, per un totale di più di 64 milioni. Soldi che con la sospensione della sosta a pagamento non dovrebbero più entrare nelle casse comunali. O comunque non saranno più introitate per quella cifra. A Roma i parcometri sono 2.619, di cui 1.263 di vecchia generazione e 1.356 con modalità fast pay, ovvero con la possibilità di pagare con il bancomat. I posti tariffati sono 96.653 e la sosta media è di 107 minuti, il che equivale a una ventina di rotazioni al giorno sullo stesso posto auto. Da metà giugno proprio Marchi ha avviato gli incontri con i presidenti di Municipio per ridefinire la tariffazione del parcheggio. «Tenendo in considerazione la divisione del territorio metropolitano in quattro aree - aveva detto in quell'occasione l'assessore - abbiamo ascoltato per primi i Municipi più vicini al centro storico. Nei prossimi giorni sarà avviata la consultazione con i rappresentanti istituzionali delle altre zone della capitale».