«Signore premier lei è un incallito furbacchione»
Antonio Di Pietro interviene a Montecitorio sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità al decreto legge sulla sicurezza e torna ad attaccare il premier. «È vero che l'articolo 77 della Costituzione ammette che in casi straordinari di necessità e urgenza il Governo può adottare, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, ma certamente i padri costituenti non pensavano che tra i casi straordinari di necessità e urgenza vi dovesse essere anche quello di un Presidente del Consiglio in carica che, per paura di una condanna penale per corruzione in atti giudiziari, si emanasse, da sé medesimo, con il suo consiglio d'amministrazione una legge per sospendere il suo processo», accusa il leader di Idv. E incalza: «Dica la verità, lo sapeva e lo sa pure lei che una furbata del genere non si può fare. Per questo ha usato un altro trucchetto. Non ha inserito nel testo originario (il decreto-legge da sottoporre al vaglio preventivo del Presidente) la norma che sospende processi in corso, ma l'ha fatta introdurre da qualche suo dipendente successivamente in Parlamento come emendamento. Bravo furbacchione! Così ha raggirato anche il Capo dello Stato a cui spettava il primario compito del vaglio costituzionale a norma del quinto comma dell'articolo 87 della Costituzione. Mi sembra che questa norma contenga tutti i parametri per una dittatura alle porte».