Ghedini: "Bene Palamara. No alla pubblicazione di fatti privati"
A parlare è l'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini che sta seguendo in prima persona, in tandem con il ministro della Giustizia Alfano, tutta la partita sulla giustizia e quella questione delle intercettazioni. Nella riunione a Palazzo Grazioli si è parlato dell'ipotesi di un decreto legge sulle intercettazioni? «Non ne so nulla ma mi attengo alle dichiarazioni del ministro Alfano ovvero che essendoci la necessità e l'urgenza di un provvedimento che regoli l'uso delle intercettazioni, bisogna valutare la praticabilità parlamentare di un decreto in vista della pausa estiva. Quindi penso che non se ne farà nulla». Come si procederà? «Penso che si continuerà con il disegno di legge ma lo deciderà il Consiglio dei ministri». Tutta questa polemica sulla giustizia non rischia di gettare un'ombra scura sul governo? «Il governo si sta occupando delle priorità del Paese, basta vedere il decreto fiscale con norme sull'Ici e con provvedimenti per le famiglie. Ma ci sono anche altre priorità che riguardano la giustizia. Non si può consentire la pubblicazione di intercettazioni di persone che non c'entrano niente con le indagini. Berlusconi non ha interesse a strumentalizzare i suoi processi, anzi se potesse farebbe a meno dei processi». Vuol dire che questa polemica è tutta un'operazione del centrosinistra? «È evidente, come dimostrano i fatti di questo mese e mezzo. Nei due anni passati, i processi contro Berlusconi erano comunque in corso ma nessuno ne parlava. Ora, guarda caso, appena Berlusconi ha vinto le elezioni ecco che tornano le pubblicazioni delle intercettazioni». E gli attacchi di Di Pietro. «Di Pietro sta facendo un gioco mediatico. Non avendo proposte politiche l'unico modo per avere i titoli dei giornali è di attaccare con parole diffamatorie e ingiuriose». Con questo clima si può parlare di dialogo? «Il dialogo sulla giustizia io lo auspico sempre. Nell'opposizione ci sono giuristi di pregio e potrebbero dare contributi rilevanti per scrivere al meglio le norme». Secondo lei bisognerebbe vietare la pubblicazione delle intercettazioni? «Nel disegno di legge è stato ristretto il campo delle intercettazioni e reso più stringente il divieto di pubblicazione. Molte norme sono riprese dal ddl Mastella votato alla Camera. Sulla limitazione delle interecettazioni si può discutere, la maggioranza è aperta. Indubbiamente negli ultimi anni c'è stato un eccessivo utilizzo delle intercettazioni nel corso delle indagini, qualcosa che non funziona c'è e un freno alle intercettazioni va posto pur nel rispetto delle procedure giudiziarie. Il pundo nodale è eliminare quelle intercettazioni che hanno una rilevanza morbosa, che toccano la vita privata delle persone senza avere rilevanza per le indagini. Penso alla pubblicazione degli sms di Anna Falchi». Allora che fare? «Questo tipo di intercettazioni che riguardano la vita privata e senza rilevanza giudiziaria andrebbero distrutte preventivamente, in modo che non cadano nelle mani di nessuno».