Anche Draghi si mette di traverso
Mario Draghi, invece, non ha nascosto che il programma di contenimento della spesa messo a punto dal governo è alquanto ambizioso. All'audizione alla Camera, sul Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), il Governatore è stato chiaro: nel 2008 i conti pubblici «peggioreranno per il rallentamento dell'economia e le misure di bilancio». «Il Dpef - ha spiegato - conferma l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2001 nonostante la difficile situazione congiunturale». In sintesi, per Draghi «la politica economica deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale». Musica per le orecchie del ministro dell'Economia: «Nel 2007 - ha detto Tremonti - la Banca d'Italia diceva che la crisi finanziaria globale era solo un turbamento. Ancora nella relazione la si considerava quasi superata e priva di ogni impatto sull'economia reale. Prendiamo atto della conversione di tutte queste posizioni sulle nostre. Sappiamo bene che i redditi sono oggetto di un'erosione ma sappiamo anche che questo dipende dalla speculazione» e il governo «è contro la speculazione». Durante il suo discorso a Montecitorio, Draghi ha spiegato in riferimento alle politiche fiscali che «la riduzione delle aliquote d'imposta gravanti su lavoratori e imprese rafforzerebbe gli interventi volti a dare sostegno alla crescita». Secondo il governatore un'intervento di questo genere «diminuirebbe le distorsioni dell'attività economica e migliorerebbe la competitività delle nostre imprese». Draghi ha fatto anche intendere che qualora la situazione migliorasse più del previsto, bisognerebbe sostenere il reddito disponibile delle famiglie; ha messo poi in guardia sulla ricorsa tra prezzi e salari: «È essenziale tornare alla stabilità», ha auspicato prima di ricordare l'opportunità di realizzare il federalismo fiscale. Intanto Tremonti spiega che se ci sarà più ricchezza e il Pil, ora prossimo allo zero, dovesse riprendere a correre, ci sarà anche una redistribuzione delle risorse verso le famiglie, i lavoratori e i pensionati. Il riferimento è alla social card già realizzata, ma «se c'è sviluppo e ricchezza da distribuire questa va distribuita in termini fiscali a favore di redditi da lavoro dipendente, delle pensioni e della famiglia. È un impegno che pensiamo di formalizzare e prendere prima dell'estate». Impegni in questo senso potrebbero essere presi anche prima dell'estate. Con tutti i problemi del caso. Uno per tutti: il tesoretto di cui parlava il precedente Governo non esiste. Tremonti spiega che il deficit 2008 è stimato attorno al 2,5% contro 1,9% dell'anno precedente. Questo importante indicatore «ha ora cambiato direzione, ed è in salita». Ci sono poi «criticità di copertura» sul calo Ires dal 33 al 27,5% deciso dal precedente governo e sulle decisione che la Corte Costituzionale potrebbe presto prendere in tema di deducibilità Irap. Insomma il governo deve fare i conti con possibili nuove sorprese. Ma intanto mette in campo le sue misure. Innanzitutto la Robin Hood tax che non avrà effetti di «traslazione» sugli utenti. Spiega poi che il tema sarà affrontato con le parti sociali. Sul tappeto c'è anche il tema del rinnovo dei contratti pubblici e dell'inflazione programmata.