Il lodo Giustizia

Ma responsabile. Un Paese nel quale i poteri dello Stato non si combattono ma collaborano al servizio del cittadino. È il «sogno» del vicepresidente della Camera, il pidiellino Maurizio Lupi. Che ne pensa del quasi quindicennale conflitto fra Berlusconi e la magistratura? «Qualsiasi cittadino che avesse subito quello che ha subito lui, quasi fosse un criminale incallito, avrebbe qualche problema nel rapporto con la giustizia. L'errore che ritorna puntualmente in questo stralcio di dibattito è l'uso dell'elemento personale, come se questo potesse determinare la validità della proposta di riforma. È il contrario, invece. L'esperienza personale può essere un fattore positivo». Il Pd chiede che il lodo parta dalla prossima legislatura. Che ne pensa? «Se il provvedimento è giusto, deve andare in vigore subito. Se è sbagliato, mai». L'opposizione definisce «salva-Berlusconi» l'emendamento al decreto sicurezza e rispolvera le leggi ad personam. Qual è la sua opinione? «Nessuno vuole evitare di affrontare i processi. Berlusconi non l'ha fatto. La questione è un'altra. In un Paese normale il governo cerca di risolvere i problemi e l'opposizione dà il suo contributo, anche forte. Questo clima, che c'era all'inizio, si sta perdendo. Noi non chiediamo di dimenticare ma solo di sospendere nella fase di governo i processi per le alte cariche dello Stato. Il compito di governare è prioritario. Ed è interesse anche dell'opposizione eliminare l'equivoco che il voto popolare possa essere inquinato da un intervento indebito della magistratura». La sinistra è critica anche sulle intercettazioni... «È una cosa che mi ha colpito. Noi votammo contro la richiesta di autorizzazione a utilizzare quelle che riguardavano Fassino. Non abbiamo usato due pesi e due misure, semplicemente riteniamo che l'uso indiscriminato di questo strumento sia sbagliato». Molti sostengono, invece, che è uno strumento indispensabile alle indagini. «L'intercettazione può aiutare l'indagine ma non è il suo strumento principe. E se c'è abuso, bisogna eliminarlo. C'è chi è stato trattato come un mostro pur essendo innocente solo perché le intercettazioni che lo riguardavano sono state pubblicate e perché l'inchiesta si basava soprattutto su queste. Pensiamo al padre dei fratellini di Gravina di Puglia. Chi pagherà per quell'abuso?». Finora a pagare sono stati solo i giornalisti, che ora si vedono appensantite le pene. E gli altri? «C'è bisogno di un atto di responsabilità da parte di tutti. Però non si può pensare di continuare a fare un certo tipo di giornalismo. Nel caso più recente, ad esempio, non ho letto avvisi di reato nei confronti di Barbareschi, che però è stato sbattuto come il classico mostro in prima pagina. Lo scopo della legge non è criminalizzare. È responsabilizzare». Il Pdl riuscirà ad ottenere un contributo costruttivo della minoranza sulla questione-giustizia? «Lo spero. Spero che il Pd, che ha lanciato il cambiamento del nostro sistema politico correndo da solo, non segua la strategia dell'Idv. Di Pietro tenta di sostituire l'estrema sinistra non più presente in Parlamento con un giustizialismo esasperato perché ha il problema di sopravvivere, di superare la soglia elettorale. Il Pd non può seguirlo, perché la sua sfida è invece il bipolarismo. È la riforma alla radice della politica. Mi ha sorpreso positivamente la riflessione di uno come Violante, che è ormai fuori dall'agone politico e comincia a guardare con obiettività e lucidità ai fatti. Non dobbiamo demonizzare. Dobbiamo affrontare le cose con pragmatismo per diventare finalmente un Paese normale». Pensa che ci riusciremo, che ci riusciranno insieme maggioranza e opposizione? «Ho un profondo rispetto della politica, non come gestione del potere ma come servizio e passione ideale. Quindi continuo a sperarci. È una scommessa, anche di questa legislatura. Se non accadrà, avremo perso tutti la nostra partita».