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Due pesi due misure

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Il disegno di legge, formato da due articoli (complessivamente otto commi), inizierà il suo iter da Montecitorio ma il ministro della Difesa Ignazio La Russa è certo che i tempi saranno «rapidissimi». «Semprechè - aggiunge - non ci siano preclusioni ideologiche o atteggiamenti dell'opposizione puramente ostruzionistici». E all'opposizione si rivolge anche il Guardasigilli Angelino Alfano: «Il ddl verrà immediatamente sottoposto al Parlamento ed immaginiamo che possa avere, per l'austerità contenuta e la scrittura che non ha lasciato spazio ad eccessi, un largo consenso parlamentare». In ogni caso, spiega il ministro della Giustizia, «Non c'è nessuno nesso tra le norme del decreto sicurezza e il disegno di legge appena approvato». E sull'ipotesi che la Consulta bocci il provvedimento aggiunge: «Abbiamo fatto un lavoro serio di intervento in riferimento ai punti deboli del "lodo Schifani", quelli individuati come incostituzionali dalla Corte. Crediamo inoltre di aver riaffermato i principi che invece erano stati valutati positivamente e non è detto che la Consulta debba pronunciarsi nuovamente sul provvedimento». Ma davanti agli appelli della maggioranza l'opposizione si presenta in ordine sparso. Duro, come sempre, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. «Si tratta in sostanza di non far processare Berlusconi quando il processo è già arrivato alla fine - attacca l'ex pm - è assurdo che si fermi un processo che riguardi il presidente del Consiglio che era già iniziato prima che diventasse premier e che lo si faccia soltanto perché fa il presidente del Consiglio». Per Di Pietro, comunque, la battaglia non è finita. «Appena sarà promulgato la parola passerà ai cittadini - incalza ricordando che l'8 luglio sarà in piazza contro la norma blocca-processi - noi dell'Idv riproporremo un referendum perché vogliamo che i cittadini ci dicano se è giusto che chi governa non sia processato se è sospettato di aver corrotto i testimoni in un'aula di giustizia». Di tutt'altro parere il Partito Democratico che cerca di aprire una trattativa. «Qualunque discussione su un procedimento di questo genere - commenta la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro - deve vedere prima il ritiro della norma sulla sospensione dei processi. Per quanto mi riguarda io ritengo che un regime di immunità per le alte cariche dello Stato debba valere dalla prossima legislatura, perché altrimenti avremo un sistema in cui si legifera ancora una volta nell'interesse personale del presidente del Consiglio». Dello stesso parere Massimo D'Alema. «Il testo - spiega - deve essere esaminato con molta serietà, considerandolo come un punto di principio e non una soluzione pratica. E se è un punto di principio entra in vigore dalla prossima legislatura». E mentre il dalemiano Nicola Latorre assicura che il Pd non seguirà Di Pietro in piazza, Walter Veltroni insiste: «Per prima cosa bisogna togliere dal campo l'emendamento presentato al decreto sicurezza. Penso che la questione posta dal Pdl nel governo debba essere affrontata con un disegno costituzionale e il suo contenuto, posposto alla prossima legislatura per dare il senso di un provvedimento non fatto per questioni aperte in questo momento e che riguardano cariche istituzionali in carica».

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