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"Nel Csm magistrati antiberlusconiani"

Capezzone

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 Peccato che, tra i magistrati chiamati ad esprimersi ce ne sarebbero alcuni con alle spalle un passato «pesante». Un passato «antiberlusconiano». La denuncia arriva dal portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone che, senza problemi, fa nomi e cognomi. Si tratta di Livio Pepino, Mario Fresa e Fabio Roia. Tutti e tre, secondo Capezzone, avrebbero firmato l'appello lanciato dal magistrato milanese Armando Spataro il 15 febbraio 2006, proprio alla vigilia delle elezioni che, sul filo di lana, sancirono il successo di Romano Prodi e dell'Unione. Un appello che, dopo aver passato in rassegna alcune delle leggi varate dal governo Berlusconi nel quinquennio 2001-2006 (dalla depenalizzazione del falso in bilancio alla ex Cirielli, passando per i decreti legislativi di attuazione della legge di riforma dell'ordinamento giudiziario), chiede un impegno chiaro: l'abrogazione immediata. Perché, spiegano i firmatari, «solo con la loro abrogazione immediata sarà possibile restituire credibilità al Paese sul piano internazionale e dignità ai governanti e ai rappresentanti politici». Insomma, non si può certo parlare di giudizi lusinghieri nei confronti del Cav. Per Capezzone quindi, il fatto che ben tre firmatari dell'appello facciano parte del Csm e siano oggi chiamati ad esprimersi sull'operato dell'esecutivo di centrodestra è «un palese conflitto di interessi». «Nella prima commissione del Csm, ad esprimersi in queste ore - attacca l'esponente del Pdl -, vi sarebbero tre magistrati (Livio Pepino, Mario Fresa e Fabio Roia) che insieme al magistrato Nicoletta Gandus avrebbero firmato il noto appello anti-Berlusconi, rivolto a Romano Prodi affinché abrogasse alcune norme approvate dal centrodestra. E per sovrammercato, nella sesta commissione del Csm, Pepino e Roia sarebbero anche i relatori del parere sull'emendamento recentemente presentato al Senato dal Pdl. Insomma, se fosse confermato sarebbe un caso clamoroso. A maggior ragione alla luce dell'intervento del Capo dello Stato, un simile stato di cose sarebbe insostenibile». Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente della commissiona Affari Costituzionali di Montecitorio Jole Santelli: «Quanto sta accadendo in queste ore nella giustizia è gravissimo. La circostanza che tre magistrati della Prima Commissione del Csm, chiamati ad esprimersi in queste ore sulla questione Berlusconi-Schifani-Csm, comparirebbero nella lista dei firmatari nel 2006 del noto appello anti-Berlusconi rende sempre più evidente lo stato di crisi del sistema. Inutile continuare ad ignorare la questione dell'estrema politicizzazione della magistratura il problema esiste e appare sempre più serio».  

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