Alemanno vara il suo centrodestra
La novità arriva subito dopo, e la spiega proprio Storace: «Una commissione che mi ha offerto di presiedere il sindaco. Ora si tratterà di mettersi al lavoro». Dunque, è un'operazione che ha voluto direttamente Gianni Alemanno, il quale ha affidato al segretario de La Destra un organismo che veicolerà un'enorme flusso di fondi per la città. Non è una stelletta da appuntarsi al petto, è un incarico operativo tanto che il presidente della commissione è direttamente delegato del sindaco su alcune competenze. L'accordo è più ampio e si può legittimamente parlare di un ritorno de La Destra nel centrodestra. Che questa fosse la direzione era stato chiaro già nelle scorse settimane. In un'intervista al Tempo il primo giugno Daniela Santanchè aveva apertamente dichiarato: «Berlusconi, torniamo assieme». A cui ha risposto sempre su queste colonne proprio Storace che, nel giorno in cui la Lega votava contro il governo sui rifiuti, avvertiva: «Saremmo stati più leali noi». Che si tratti di una svolta lo si capisce anche dal blog di Storace su cui campeggia la notizia della nuova nomina e i quasi duecento messaggi sono quasi tutti favorevoli. La base dà l'ok con qualche insultino all'ex candidata premier poi placato dallo stesso ex governatore. E ora si guarda avanti. Per Teodoro Buontempo è già pronta una poltrona di assessore alle periferie. Mentre la Santanchè potrebbe avere un incarico a livello nazionale. Si vedrà. Discorso diverso per Alemanno sull'altro fronte. Non esiste una vera e propria trattativa con l'Udc. I rapporti con Casini restano buoni considerato che l'ex ministro delle Politiche Agricole fu il principale sostenitore dell'asse tra centristi e An all'epoca dei governi Berlusconi tra il 2001 e il 2006. E quando è stato eletto sindaco l'ex presidente della Camera è rimasto a guardare: «Alemanno sarà all'altezza? Vedremo». Freddi i rapporti con Luciano Ciocchetti, il plenipotenziario di Pier Ferdinando nella Capitale. Un plenipotenziario che in realtà ha ben poco da fare visto che l'Udc in città non esiste più. Il sindaco l'ha smontato pezzo a pezzo. Ha come vicesindaco Mauro Cutrufo, che nell'Udc ha militato per un pezzo. Ha siglato un accordo con Mario Baccini che in Parlamento è stato eletto sotto lo stesso simbolo di Casini, anche se subito dopo l'ha abbandonato. E infine ha strappato l'unico consigliere comunale della Vela, Dino Gasperini, entrato a pieno titolo nel Pdl e in odore di assessorato (il primo cuttadino ne ha nominati finora dodici, ha ancora quattro posti a disposizione). Niente trattative con l'Udc, dunque, ma ingressi singoli che hanno di fatto già allargato la coalizione che aveva vinto ad aprile. Pezzo dopo pezzo nella Capitale si sta costruendo un nuovo centrodestra, più ampio, universale ed ecumenico, che accoglie tutto e tutti. Un centrodestra sempre più simile alla vecchia Casa delle Libertà riveduta e corretta. Non è una novità per Roma. Anche con il centrosinistra Veltroni era riuscito a tenere assieme tutto il centrosinistra quasi in pace mentre a livello nazionale si litigava ogni giorno tanto da mettere in crisi Prodi. Insomma, Roma è stata già un laboratorio. Ma governare una metropoli è un cosa, il resto del Paese è altro.