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Csm a gamba tesa

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«Faccia delle denunce precise che non riguardino, come accaduto in passato, il semplice esercizio giurisdizionale». Ma le parole di Roia sono solo un anticipo dell'offensiva che sta per partire dal Consiglio Superiore della Magistratura. In mattinata viene diffusa la bozza del parere alla norma salva-processi contenuta nel Dl sicurezza, nella quale vengono sollevati dubbi di costituzionalità al provvedimento. Nel testo che la sesta commissione del Csm sta mettendo a punto si dice che la cosidetta «salva premier» è «potenzialmente incompatibile con gli articoli 111 e 3 della Costituzione», che sanciscono i principi di ragionevole durata del processo e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Il documento per il momento è frutto soltanto del lavoro dei due relatori, i consiglieri togati Fabio Roia (Unicost) e Livio Pepino (Md); domani se ne discuterà in commissione, dove si dovrà verificare innanzitutto la convergenza degli altri componenti sul testo. I tempi però, almeno nelle intenzioni, dovrebbero essere stretti, e il parere da consegnare al ministro della Giustizia Angelino Alfano potrebbe essere pronto per metà settimana, in tempo per essere licenziato in una delle prossime sedute del plenum, mercoledì o giovedì. I consiglieri del Csm criticherebbero anche lo strumento scelto: una materia così importante non può essere affrontata attraverso un decreto legge, si osserva ancora nella bozza di parere, dove sarebbero richiamate anche le recenti osservazioni del vicepresidente Nicola Mancino, secondo il quale la materia dell'emendamento cosiddetto «salva-premier» sarebbe completamente estranea al tema del provvedimento urgente del governo. La norma sospendi-processi, evidenziano ancora i due relatori nella bozza di parere, prevede una scansione temporale che «non ha alcun appiglio logico»: diverso sarebbe stato il caso in cui si fosse fatto riferimento alla sospensione dei processi per i reati coperti da indulto. Ma secondo i consiglieri di Palazzo dei Marescialli ci sarebbe anche un altro elemento di perplessità. L'Europa, fanno notare, «non capirebbe le ragioni della scelta»: l'Italia è già finita sotto accusa per la lentezza dei processi, il «salva-premier» allunga ulteriormente i tempi. Tanto basta per scatenare le proteste del Pdl e dare carburante agli attacchi del centrosinistra mentre il presidente dell'Associazione nazionale Magistrati, Luca Palamara, precisa che «l'Anm da sempre rispetta le scelte della politica, non pone veti, ma formula solo osservazioni». Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, incalza: «Il Csm non è abilitato a dare giudizi di costituzionalità». E il capogruppo Pdl al Senato Gasparri aggiunge che «compito del Csm è di far lavorare bene i magistrati». Ma dall'opposizione Di Pietro parla di «dittatura dolce» da parte di Berlusconi. L.D.P.

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