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E i ministeri cambiano pelle

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La novità «anagrafica» è stata decisa già da qualche giorno, ma soltanto ieri è stata ufficializzata con tanto di carta intestata. Il nuovo nome, fanno sapere dal Ministero, è stato scelto perchè suona «più vicino al mondo giovanile» e soprattutto per uniformarsi a quello degli altri dicasteri europei omologhi (ad esempio in Germania e in Irlanda), che si chiamano per l'appunto «della gioventù». Anche il ministero delle Politiche Agricole cambia pelle proprio mentre «festeggia» i cento anni. E lo fa dando un segnale di rinnovamento: usceri e commessi potranno dismettere la livrea e indossare abiti normali. «Togliere la livrea agli uscieri del cosiddetto "piano nobile" del palazzo è un segnale importante per quell'Italia dei privilegi, delle caste e dei servaggi che sogno di riformare da quando ho iniziato a far politica con il partito al quale mi onoro di aderire», commenta il il ministro Luca Zaia. Che aggiunge: «Nessuno ha diritto di usare il lavoro di un uomo in livrea. Nessuno, per guadagnarsi il pane, deve indossare i panni della servitù. Soprattutto quando ciò avviene in un luogo pubblico».

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