Berlusconi attacca

Così, dopo aver concluso la luna di miele con Walter Veltroni e col Pd a promettere una sfida di piazza, si spezza definitivamente il rapporto tra Palazzo Chigi e il potere giudiziario. Il Lodo-Schifani inserito nel decreto sicurezza, che avrebbe svincolato Berlusconi dal processo Mills, ha fatto infuriare nei giorni scorsi le toghe. E il Cavaliere non si è tirato indietro nel confronto, ricusando il giudice del processo Nicoletta Gandus, perché secondo gli avvovati del premier nutriva antipatie nei confronti dell'illustre imputato. Ma la richiesta di ricusazione, spiegano dal tribunale di Milano, non bloccherà il processo che andrà avanti il 7 luglio. E scoppia l'ira del premier. Annuncia per la prossima settimana una conferenza stampa nella quale denuncerà «iniziative di pm e giudici che, infiltrandosi nel potere giudiziario, vogliono sovvertire la democrazia in Italia». Questa è una cosa, dice il presidente del Consiglio, chiudendo la conferenza stampa alla fine del Consiglio europeo, che «non permetterò». E il duro attacco continua, contro quella parte della magistratura che «con accuse false e risibili» rischia di «sovvertire il voto popolare e la democrazia in Italia». Di fronte ai giornalisti italiani il premier ne approfitta per metere bene in chiaro la sua posizione: «Non c'è nessuno stop, con le norme approvate si mettono da parte solo alcuni processi per consentire di far viaggiare più speditamente altri e non far uscire di galera stupratori e ladri. Mi indigna solo il fatto che si pensi che io voglio approfittare di queste norme. Ma non è così. Dico solo che il voto popolare non deve essere sovvertito da una magistratura che procede con accuse false e risibili». Al riguardo, il presidente del Consiglio ricorda che fece, quando era a Palazzo Chigi due legislature fa, una conferenza stampa per spiegare la risibilità di alcune accuse che lo riguardavano, portate avanti da «pm e giudici che utilizzano il potere giudiziario per sovvertire la democrazia in Italia». «Un fatto - dice Berlusconi quasi urlando - che non posso permettere perché, oltretutto, mi si accusa di qualcosa che non esiste. Ve lo giuro sui miei 5 figli». La sfuriata continua attaccando a muso duro anche Walter Veltroni: «Si preoccupi piuttosto delle terrificanti notizie sui conti di Roma - dice riferendosi agli attacchi che ha appena ricevuto da Roma dal leader Ps - che sono sotto la sua responsabilità. Chiederemo ad un istituto internazionale una completa due diligence su questo, ma se vengono confermate le notizie sulla bancarotta di Roma, gli amministratori sono dei falliti che non possono continuare a governare». Un atto d'accusa in piena regola, che il capo del governo lancia a Veltroni dal proscenio internazionale del Consiglio Europeo. «In tutte le città d'Europa non esistono conti così drammatici - affonda Berlusconi -, non c'è da nessuna parte un deficit di 16 mila miliardi di vecchie lire. Chi ha provocato questa situazione non si può riproporre come leader. E che lo faccia ha dell'incredibile». Anche il dialogo con l'opposizione è sepolto.