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Veltroni nell'angolo: «Basta con il dialogo»

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Un'escalation dietro cui si indovinano le difficoltà del segretario del Pd, che deve rendere conto al partito - anche in vista dell'assemblea costituente di venerdì e sabato - del tracollo subito alle amministrative in Sicilia. All'interno del Pd - ma anche all'esterno, con il pressing degli ambienti girotondino-dipietristi e delle loro sponde mediatiche - cresce la pressione su Veltroni. Che reagisce dissotterrando l'ascia di guerra. E così ricompattando - forse - il partito attorno alla sua leadership. Minarla, a dispetto di quanto sostengono alcuni osservatori schierati col Pd, non era certo nelle intenzioni del premier. Che tuttavia non intende sacrificare sull'altare del dialogo con Veltroni il piglio decisionista assunto non solo sulle emergenze nazionali affrontate coi primi provvedimenti governativi, ma anche sul versante giustizia. Con particolare riferimento alle interminabili vicende giudiziarie. E ai loro risvolti politico-mediatici. Second il leader del partito democratico la lettera inviata al presidente del Senato testimonia che Berlusconi intende giocare quest'ennesima partita a viso aperto. «Ieri avevo detto "spero che prevalga la responsabilità", ma per tutta risposta - ha sottolineato Veltroni - si sono presentati due emendamenti che riguardano una norma per evitare un processo che riguarda il presidente del Consiglio e ieri sera (lunedì sera, ndr) si è mandata quella lettera che riapre lo scontro nei confronti della magistratura, secondo lo scenario già visto tante volte». E mentre il barometro nel rapporto maggioranza-opposizione volge decisamente al brutto, resta da valutare l'impatto che l'accelerazione impressa dal premier avrà sul gioco di sponda Palazzo Chigi-Quirinale, nel cui segno è nata la nuova legislatura, considerando la fine del dialogo trasversale in Parlamento. Veltroni però tiene a precisare che non ne fa un problema personale con Berlusconi, «ma di serietà, io non direi mai agli italiani una cosa che non faccio». Per il numero uno dell'opposizione «questa volta non si potrà dire» che a far saltare il dialogo «è stato l'atteggiamento ideologico e pregiudiziale dell'opposizione. È stata la volontà di scontro da parte di una maggioranza che poteva governare in un clima civile ma che ha scelto di fare diversamente». «Io sono convinto - ha concluso Veltroni - che le regole del gioco si scrivano insieme, ma quando è proprio sulle regole del gioco che si producono gli strappi come quelli prodotti in queste ore, è evidente che si riprecipita il Paese verso il passato».

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