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«Un giudice nemico del premier»

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Secondo il premier, da parte del giudice sarebbero state fatte «reiterate manifestazioni di pensiero» che «appalesano» una «inimicizia grave nei confronti dell'imputato Berlusconi». I legali Ghedini e Longo, spiegano che «la personalizzazione dell'inimicizia non può essere negata sol con l'osservare che il giudice avrebbe contestato le leggi e non il Presidente del Consiglio che le avrebbe ispirate o volute, perchè in questi anni l'opinione pubblica e tutti gli avversari politici hanno di questa personalizzazione fatto bandiera costantemente garrente». La Gandus è da sempre esponente di Magistratura democratica, la corrente di sinistra del sindacato delle toghe. Una vita intensa e in prima fila la condusse nel 2002 in Brasile a rappresentare i «magistrati democratici» italiani al social forum di Porto Alegre. Tornata, spiegò che si era «parlato anche del caso italiano, perché la messa in discussione delle prerogative costituzionali di autonomia e indipendenza, del ruolo di controllo della legalità della magistratura in Italia, considerata fino ad ora un modello, fa scandalo a livello internazionale». Poche settimane prima delle elezioni del 2006 era in campo per firmare il documento-programma del procuratore Armando Spataro. Una dura reprimenda all'operato del governo Berlusconi, accusato di aver stravolto le leggi a beneficio di pochi. Un appello e un monito alla sinistra perchè venissero abrogate tutte le leggi fatte dal governo di centrodestra soprattutto nel settore della giustizia. Qualche anno prima, nel 2001, invece, aveva firmato un appello contro la «repressione» israeliana. Con altre 1500 persone, poi, la Gandus aveva sottoscritto anche una lettera inviata al Parlamento per contestare l'«ossessivo richiamo da parte della Chiesa cattolica a valori e modelli unici». Nel 2004, questa volta quale esponente del Collettivo Donne e diritto, partecipava a Milano alle manifestazioni in favore della 194. Due anni prima aveva messo la sua firma su un appello a favore dei referendum per la modifica della legge 40, quella sulla procreazione assistita, varata dalla maggioranza di centrodestra. Dopo la vittoria di Prodi nel giugno del 2006, il giudice Gandus interveniva ancora schierandosi nel referendum contro la devolution: «È importante opporsi a questa devolution perchè è espressione della generale posizione antidemocratica... È sovrastata da un incombente potere autoritario e centralista, concentrato nella mani del capo del governo». La Gandus ieri ha ricevuto la solidarietà dell'Anm e il Csm ha aperto una pratica a tutela dei magistrati del processo Mills. La scelta è del Comitato di Presidenza, l'organo di vertice del Consiglio Superiore della Magistratura, guidato dal vicepresidente Nicola Mancino. Il Comitato ha «deciso di aprire una pratica a tutela» del magistrato «accusato, nella lettera inviata dal Presidente del Consiglio al Presidente del Senato, di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politicì e di magistrati del Tribunale di Milano anch'esso politicizzato e supinamente adagiato sulle tesi accusatorie».

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