L'allarme carburanti, distributori aperti anche la domenica
Sono queste alcune delle misure allo studio del ministero dello Sviluppo Economico per la liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti e che dovrebbero andare in un decreto per fronteggiare l'escalation dei prezzi dei carburanti. Il decreto approderà mercoledì prossimo nel Consiglio dei ministri insieme a altre misure per anticipare la prossima Finanziaria. Tra gli interventi ci sarà anche la cosidetta Robin Hood Tax, come addizionale una tantum sugli extra profitti delle compagnie petrolifere. Il decreto sulla liberalizzazione della rete si rende necessario non solo per affrontare l'aumento dei carburanti ma anche per rispondere alla procedura d'infrazione aperta dall'Unione europea sul tema della rete di distribuzione. Bruxelles ritiene che la rete di impianti italiana sia gravata da troppi vincoli e quindi ha concesso a Roma quattro mesi di tempo, a febbraio, per rispondere. Il termine scade il 28 giugno, dopodichè scatterà il deferimento alla Corte di Giustizia. I tempi quindi sono stretti e questo giustificherebbe il ricorso al decreto. Il prezzo dei carburanti è salito a livelli mai raggiunti prima. Un litro di benzina è arrivato a costare 1,55 euro al litro. Oltre al decreto, il ministero dello Sviluppo Economico sta preparando un disegno di legge che contiene norme per riavviare le centrali nucleari e per sostenere il sistema industriale. Saranno previste semplificazioni procedurali per le imprese secondo lo slogan di «una impresa in un giorno». Il che significa la revisione del meccanismo degli sportelli unici per renderli più funzionali, l'avvio di conferenze dei servizi telematiche e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Questo comporta il ricorso a gare d'appalto per l'affidamento dei servizi. Nel disegno di legge anche misure per le reti d'impresa: verrebbe estesa alle reti d'impresa quanto è previsto per i distretti, ovvero la possibilità di fare operazioni finanziarie come emettere bond per agevolare la creazione di consorzi tra imprese. La Finanziaria conterrà anche tagli agli enti locali. Domani pomeriggio o al massimo mercoledì mattina, Regioni, Comuni e Comunità montane dovrebbero incontrare il Governo per discutere di Dpef e manovra economica e in particolare dei tagli previsti a carico del sistema delle autonomie: nel complesso si tratta di 3,4 miliardi più un 1 miliardo per tre anni per la sanità. Le Comunità montane sono in allarme dopo le dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo secondo le quali sarebbe allo studio un possibile un colpo di spugna, e dunque la loro abolizione. «Dimostreremo che è assolutamente infondata la tesi secondo cui abolendo le Comunità montane si sistemerebbero i conti pubblici», ha spiegato il presidente dell'Unione delle Comunità montane, Enrico Borghi, che ha aggiunto: «abolendo le comunità si trasferirebbero ai Comuni funzioni, il che significa aumento dei costi».