Nel Pd esplode la guerra tra bande
Ieri Franco Marini, candidato favorito alla poltrona, ha ribadito di non essere interessato, mentre in settimana il segretario dovrebbe incontrare Romano Prodi per convincerlo a restare. Formalità. Il vero scontro infatti, quello per la leadership del Pd, si concluderà, a meno di clamorose sorprese, a favore di Walter Veltroni. Questione di tempi. Difficile, lo ha detto anche «l'irriducibile» Arturo Parisi, che l'assise fissi la data di un congresso anticipato. E senza un congresso da affrontare il segretario può dormire sonni tranquilli. Non troppo però visto che sotto sotto la guerra procede, inesorabile. Ormai è una lotta per bande. Combattuta a colpi di Fondazioni, riunioni riservate, convegni. Basta dare un'occhiata all'agenda della prossima settimana. Lunedì alle 12 verrà presentata la Fondazione scuola di politica. L'iniziativa verrà illustrata dal presidente Michele Salvati e dal direttore Salvatore Vassallo. «La Fondazione - spiegano i promotori - è nata per iniziativa di persone vicine al Pd. Un'iniziativa indipendente di privati cittadini e tale intende rimanere». Ma, nonostante i proclami, sono in molti a sostenere che la Fsp rappresenta la risposta veltroniana a Massimo D'Alema e alla sua Italianieuropei. Tanto che, tra i promotori, spicca il nome di Enrico Morando l'uomo che Veltroni ha scelto come coordinatore del governo ombra. Nel pomeriggio poi, Veltroni ha convocato il «caminetto» del Pd per discutere della collocazione del partito in Europa. Dovrà fare i conti con Francesco Rutelli che il 18 e il 19, nella ex sede della Margherita, ha chiamato a raccolta gli aderenti al Partito democratico europeo. Una risposta chiara a chi, come Piero Fassino ieri sull'Unità, continua a sostenere che, in Europa, il Pd deve mantenere un legame con il Pse (magari federandosi). Da lì alla metà di luglio il passo è breve. Per quella data l'ex vicepremier ha in programma un'iniziativa organizzata dalla Fondazione Glocus di Linda Lanzillotta che servirà per rilanciare i suoi «coraggiosi». Lunedì 23 giugno, poi, è già stata convocata l'Assemblea federale della Margherita per approvare il bilancio consuntivo 2007. Enzo Bianco, presidente dell'organismo, smentisce letture strumentali («l'approvazione del bilancio è un atto dovuto»), ma è chiaro che l'appuntamento arriva nel momento peggiore. Attorno a queste iniziative si muove poi tutto un mondo di think thank più o meno riconducibili alle varie anime del Pd. D'Alema e «Italianieuropei» (che stanno lavorando, in collaborazione con Nessuno Tv, ad un canale satellitare), Fioroni e Franceschini con la loro «Quarta fase», Pierluigi Castagnetti e «I Popolari», Enzo Bianco con i «Liberal Pd», Enrico Letta e l'«Associazione 360». E Fassino? L'ex segretario Ds non ha ancora una sua «creatura», ma con i suoi starebbe lavorando ad una rivista. Tutti, ufficialmente, lavorano per arrichire il dibattito, ma è chiaro che la morsa attorno a Veltroni si sta lentamente stringendo.